mercoledì 12 settembre 2012

LA DISCARICA DELLA MAZA SBARCA SU FACEBOOK

Alla voce «stato sentimentale» confessa una «relazione complicata». E lancia un grido di allarme: «Arcensi, torbolani, rivani: non lasciatemi sola con le autorità».
A «parlare» è la discarica della Maza che, da un paio di giorni, ha profilo su Facebook con già una cinquantina di amici, tra i quali lo stesso presidente della Comunità di valle Salvador Valandro. A parte l'ibrido sessuale (si definisce "uomo" ma parla al femminile), la discarica ammette di essere confusa: «Quella che non è mai stata un'emergenza ha necessitato ad un certo punto di una Task Force. Non si attivano solo in caso di emergenza? Ma come, io non sono mai stata pericolosa. Non c'era acqua sotto di me», rivela frastornata.
Un'«outing» innesca dibattito sempre vivo (una famiglia di Pratosaiano attende sempre risposte sulla salubrità del pozzo) nel quale interviene, con una supplica, Roby Cattoi, presidente dell'Anpi: «Puoi per favore smettere di avvelenare la mia terra?». La replica è un colpo da ko: «No caro Roberto - si legge in rete - Io non posso fare a meno di inquinarvi... Dovreste essere voi, cittadine e cittadini, a inquinare di meno. Se imparaste a usarmi al meglio, riusando riciclando e rigenerando, forse potrei. Ora come ora, mi è proprio impossibile».
La Maza ufficializza che fino al 2015 resterà aperta, nonostante, ricorda sempre la discarica, il perentorio pronunciamento del Comune di Arco che la voleva chiudere entro il 2012: «Che guasconi innamorati che sono questi politici - posta su Facebook l'immondezzaio - Non mi volevano mica tanto lasciar andare, a quanto pare».
I cittadini dell'Alto Garda e Ledro, in particolare quelli di Arco, qualcosa stanno facendo per limitare gli effetti dell'abbraccio puzzolente della Maza: nei primi 7 mesi di quest'anno la percentuale dei rifiuti «differenziati» è salita al 59,07% (ad Arco è addirittura al 67,24%). Nell'intero 2011 era stata del 54,85% (Arco era al 64,33%).
Il dato potrebbe essere anche più significativo se venisse aggiunta la raccolta, soprattutto relativa alla grande distribuzione, che viene effettuata da privati: «Ci avvicinerebbe sensibilmente a quel 65% che è l'obiettivo provinciale», osserva il presidente Valandro. La soglia era fissata per lo scorso anno: «Il trend è positivo e stiamo migliorando - aggiunge - E con il "porta a porta" sulla carta dovremmo poter arrivare al 72%».
È diminuita soprattutto la quantità di rifiuti prodotta: nel confronto tra i primi sette mesi del 2012 e del 2011 è scesa del 13,8% quella totale (2.353 tonnettale in meno), mentre per quella indifferenziata la flessione è stata del 6,7%, malgrado un contemporaneo aumento delle presenze turistiche. L'assessore della Comunità Michela Calzà azzarda un'ipotesi: «È anche uno degli effetti della crisi - argomenta - Perché la gente sta più attenta e, in definitiva, spreca meno. Credo abbiano contribuito anche le nostre campagne di sensibilizzazione. In particolare quella nelle scuole: i messaggi sono arrivati nelle famiglie attraverso i ragazzi».
Alla Comunità, la gestione dei rifiuti costa circa 9 milioni di euro l'anno, poco meno di un terzo dei quali assorbiti dalla sola discarica della Maza. La «differenziata» garantisce anche delle entrate, ma variano anche in base alla qualità del conferito. Una buona raccolta è nell'interesse di tutti: dei cittadini, delle amministrazioni e dell'ambiente.
Tra gennaio e luglio, la Comunità Alto Garda e Ledro ha contabilizzato una produzione di rifiuti pari a 14.622 tonnellate, vale a dire 7 etti e mezzo al giorno a testa (erano 1,3 chilogrammi alla fine del 2010). I cittadini più ricicloni sono quelli di Arco con una quota del 67%. Alle loro spalle si piazzano nell'ordine quelli di Nago-Torbole con il 63,86% (con un significativo balzo in avanti rispetto al 2010 quando si attestavano al 57,5%), di Drena con il 60,66% (53,49%), di Dro con il 55,74% (51,9%), di Riva del Garda con il 55,15% (era al 50% nel 2010) e di Ledro con il 51% (44,46%). Gli unici in controtendenza sono quelli di Tenno: dal 57,91% del 2010, sono scesi al 52,56% di quest'anno.
Un lettore ha segnalato in questi giorni un gran via vai di mezzi e, soprattutto, cattivi odori. La Comunità di valle esclude conferimenti straordinari, ma ha già effettuato controlli sui cattivi odori (cui ha contribuito l'altalena climatica di questi giorni) ed informato l'amministrazione provinciale.FONTE: L'Adige


martedì 11 settembre 2012

INCONTRO DEL COORDINAMENTO QUATTRO ERRE: ALL'ORDINE DEL GIORNO LO STUDIO DELLA COMUNITA' DI VALLE E LA SITUAZIONE DELLA DISCARICA



 LUNEDI' 17 SETTEMBRE 2012 


Bar/Trattoria "Il Melograno" - Arco 

ORE:  20.30 

Dopo la richiesta di alcuni membri del "coordinamento4erre" abbiamo il piacere di convocare il prossimo incontro del movimento per la data sopra citata. Ci sono delle evoluzioni per quanto riguarda lo studio della Comunità di Valle dell'Alto Garda che intende uniformare la raccolta e gestione dei rifiuti su tutto il territorio con una raccolta mista stradale/domiciliare. 

Considerando inoltre che ciò si lega indissolubilmente al futuro della discarica della Maza , sarebbe altresì interessante valutare l'organizzazione di un incontro pubblico con alcuni dei massimi esperti del settore che approfondiscano e facciano chiarezza su entrambi i fronti (studio e stato della discarica). 


L'incontro è aperto a tutta la cittadinanza interessata ad avvicinarsi all'argomento. Confidiamo in una nutrita e preziosa presenza 

Coordinamento4erre
Alto Garda e Ledro

mercoledì 6 giugno 2012

RIFIUTI ZERO: UN MOVIMENTO CONTAGIOSO ATTRAVERSA L'ITALIA


L'ONDA «NO WASTE» SI OPPONE ALL’INCENERIMENTO PER LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI URBANI

Un anno fa erano 20 Comuni. Ora sono 75 con 2,5 milioni di cittadini. Tutto è partito da Capannori (Lucca)

 
L'inceneritore di Brescia
MILANO - Rifiuti Zero. Un anno fa erano venti i Comuni che in Italia avevano iniziato a costruire il percorso verso quest’obiettivo. Oggi sono 75. Significa che 2 milioni e mezzo di cittadini sono amministrati da giunte che credono alla strategia no waste, partita da Canberra nel 1995 e da noi avviata nel 2007 a Capannori, 46 mila abitanti in provincia di Lucca.

MOVIMENTO - Prima di sbarcare in Toscana, l’onda no waste sostenuta dallo scienziato statunitense Paul Connet, che si oppone all’incenerimento come metodo di smaltimento dei rifiuti urbani, ha contagiato due terzi delle municipalità neozelandesi, San Francisco, la Svezia, parte della Germania, Buenos Aires, India, Giappone, Filippine, Sudafrica, Norvegia, Taiwan, Irlanda. Insomma, il movimento Rifiuti Zero, è attivo in tutto il mondo grazie a ricercatori e amministratori che credono non solo nel riciclo, ma nella riduzione dei rifiuti.

UTOPIA - «Ci davano dei pazzi. Ci dicevano che la “Strategia Rifiuti Zero al 2020” era un’utopia. Invece è un traguardo raggiungibile: i risultati intermedi sono superiori alle aspettative», racconta Alessio Ciacci, assessore all’Ambiente di Capannori, che fa parte dell’Associazione Comuni virtuosi. «Abbiamo ridotto del 25% la produzione complessiva di rifiuti e non abbiamo fatto niente di più di quello che suggerisce l’Unione Europea», continua Ciacci, che a raffica elenca i risultati: la raccolta differenziata è passata in quattro anni dal 37% all’82% grazie a un “porta a porta spinto”, che raccoglie tutto, comprese potature, oli esausti e pannolini. Per l’organico il modello scelto è svedese: una compostiera collettiva che trincia i rifiuti umidi e nel giro di due settimane li trasferisce nella “camera di maturazione” si è aggiunta al compostaggio domestico (ilcomposter, come ogni secchio per la raccolta, viene dato in omaggio ai cittadini). Solo questa strategia ha abbattuto del 10% la tassa sui rifiuti, già a “tariffazione puntuale” nel 93% del Comune grazie a sacchetti Rfid (con microchip filigranato) che riconoscono il conferimento.

Una discarica di rifiuti
TANTO SI BUTTA, TANTO SI PAGA - Nessun cassonetto stradale, acqua in brocca nelle mense, le “vie dell’acqua” per il ritiro alla spina da quindici fonti sorgive, latte e detersivi pure alla spina, mercatini di scambi e riusi. Con la raccolta differenziata e un’attenzione mirata alla riduzione dei rifiuti, in cinque anni Capannori ha avviato al riciclaggio oltre 100 mila tonnellate di scarti, ottenendo una riduzione dei rifiuti indifferenziati a smaltimento di circa 40 mila tonnellate. Le municipalità che hanno aderito al progetto di Capannori sono sparse in ogni regione.

POCHI ACCORGIMENTI - «Con pochi accorgimenti lo scorso anno abbiamo prodotto 6 tonnelate di plastica in meno, e siamo solo 1.430 abitanti», commenta Luca Gioanola, sindaco di Mirabello Monferrato (Al). «Ma se passiamo dal micro al macro, la proporzione si fa in fretta». Anche a Mirabello, Zero Rifiuti ha attecchito alla grande. Le “case dell’acqua” erogano sino a 22 mila litri al mese. Il Comune ha rifornito gratuitamente di bottiglie in vetro e cestelli i cittadini. “Alla spina” qui viene venduto persino il profumo, oltre ai detersivi e ai cosmetici: i negozi “leggeri” hanno sgravi sulla Tarsu. Dice il sindaco: «È un fenomeno contagioso. Si è formata una piccola massa critica, e quindici Comuni vicini ci hanno imitati, aprendo le loro “case dell’acqua”. Ma non solo, i nostri tre “negozi leggeri”, sono frequentatissimi dai vicini». I dati di fine 2011 vedevano Mirabello con il 61% di differenziata contro la media del territorio di 53%, con una produzione di rifiuti in costante diminuzione. «Eravamo a 163 chili di indifferenziato pro-capite nel 2009, siamo scesi a 147 chili nel 2010 e siamo arrivati a 136 nel 2011», elenca Gioanola. «La media piemontese è sopra i 300 chili». Ma ancora non basta. Il compostaggio domestico e la “raccolta puntuale” grazie bidoni dotati di tecnologia Rfid è già attivo, e ora sta per partire il progetto di un Centro riuso e stoccaggio dove oggetti in legno, mobili, vestiti, scarpe, elettrodomestici, biciclette (selezionati) verranno riportati in vita da ragazzi 18-25enni disoccupati che nel centro verranno impiegati e andranno a bottega come fabbri, falegnami, idraulici, ciclisti, sarti.

DAL NORD AL SUD - Dal Nord al Sud, le storie sulle strategie Rifiuti Zero sono varie ed elaborate. «Il mese prossimo lanciamo la campagna Ecopassi. Il pezzo forte? Saranno gli accorgimenti per non utilizzare più l’acqua potabile nei WC», nnuncia Attilio Renzulli, energy manager per il Comune di Benevento, 62 mila abitanti, nel progetto Rifiuti Zero da fine del 2011. «Al momento siamo al 65% di raccolta nella differenziata, con picchi del 70%. La raccolta dell’organico sta dando eccellenti risultati, specie se pensiamo che grandi città come Milano e Roma, nemmeno la fanno. Ma il problema è che, non avendo un impianto anaerobico di trattamento e nemmeno un’autorizzazione regionale», conclude, «siamo costretti a inviare in Puglia e in Lombardia una fonte energetica di ottima qualità che non possiamo sfruttare». FONTE: Corriere

mercoledì 23 maggio 2012

IL COORDINAMENTO QUATTRO ERRE OSPITE A PERGINE

Il coordinamento continua il suo tour e questa volta sbarca a Pergine per una serata informativa con la compagnia dell'ormai amico Ezio Orzes. L'iniziativa è promossa dall'Associazione “Cortili di Pace”, dall'Associazione “Eureka”, dal GAS “La Credenza”, “Panze in Pace”, "Tra sole e terra”, dal gruppo Ri.Fi.U.To, da Nimby Trentino Onlus e dal Coordinamento Trentino Pulito.

Una serata che ha come obiettivo principale quello di informare la cittadinanza sulle esperienze virtuose già presenti in Italia, ma anche sulla responsabilità di gestire con cura i nostri scarti. Per noi del coordinamento sarà un'occasione per presentare il nostro percorso e sottolineare l'importanza di attivare una rete di persone che sensibilizzi ed acculturi la politica, ahimè non sempre attenta ed informata, e che coinvolga la cittadinanza in un percorso partecipato che miri a risolvere una volta per tutte il problema dei rifiuti in Trentino.

Appuntamento a Pergine per il prossimo venerdì 25 maggio 2012 alle ore 20.30 presso l'Auditorium Scuola Elementare “Don Milani” di via Monte Cristallo.

mercoledì 9 maggio 2012

A RIVA DEL GARDA LA MOZIONE SULLA RACCOLTA DEI RIFIUTI "PORTA A PORTA" VOTATA QUASI ALL'UNANIMITA'

E così anche a Riva del Garda passa il "porta a porta spinto", dopo che lo stesso hanno fatto i paesi Nago-Torbole e Ledro

Salgono dunque a 3 i Comuni che fino ad ora si sono espressi in tal senso, decidendo per un cambio di rotta verso un nuovo sistema, il migliore a livello di efficienza, considerando gli studi effettuati in tutti i Comuni del Veneto e della Lombardia. Il Consiglio Comunale di Riva del Garda, quasi all’unanimità (20 favorevoli, 2 astenuti e 2 contrari) ha scelto di passare al "porta a porta spinto" e di fatto impegna la giunta di Mosaner a porre in essere le condizioni per il passaggio dall’attuale sistema stradale a quello domiciliare.

Ci preme sottolineare l’importanza di questo nuovo sistema, in quanto il “porta a porta” è il metodo migliore per ridurre i rifiuti, risparmiare in bolletta e incentivare il riciclo, recuperando i contributi CONAI sugli imballaggi e, quindi, avere un ritorno economico diretto che vada a ridurre i costi complessivi del servizio. 

Si auspica ora che anche la Comunità di Valle prenda atto di questa crescente volontà da parte di molti consiglieri dei vari Comuni di passare ad un sistema di gestione dei rifiuti domiciliare, indubbiamente più virtuoso e corretto; oltre a sostenere spese pubbliche per la realizzazione di studi e pre-studi finalizzati ad omogeneizzare il servizio su tutta l’area di competenza, che essa si impegni anche fattivamente ad introdurre questo sistema su tutto l’Alto Garda Trentino senza compromessi, ma soprattutto rinunciando a quelle onerose quanto inutili campane interrate che saranno la nostra croce per i prossimi 10 anni. 


venerdì 27 aprile 2012

IL COORDINAMENTO "QUATTRO ERRE" SI INCONTRA CON ARCI E ANPI A RIVA DEL GARDA

Coordinamento "Quattro Erre"
Alto Garda e Ledro
E'stato fissato il prossimo incontro del neo nato coordinamento Quattro Erre lunedì 7 maggio 2012 alle ore 20.30 presso la sede Arci/Anpi di Riva del Garda.

Il luogo scelto per l'incontro è stato voluto proprio di comune accordo per allargare le attività del coordinamento anche in quel di Riva, con il coinvolgimento degli amici sia dell'Arci che dell'Anpi.

La discarica della Maza di Arco
L'incontro è ovviamente aperto a tutti i cittadini e sarà un'occasione per presentare il lavoro svolto fino ad ora e discutere l'orientamento della Comunità di Valle in ambito di gestione e smaltimento dei rifiuti. E' stato infatti presentato uno studio ai 7 Sindaci dell'Alto Garda che prospetta due strade percorribili con una raccolta mista e l'ausilio di campane interrate; inoltre il vice presidente Alberto Pacher sarà ospite a breve in consiglio comunale ad Arco per illustrare il destino della discarica della Maza. La giunta Mattei si era promessa di chiudere il sito entro il 2012 ma, viste le percentuali di raccolta differenziata e di riciclo ancora altamente insufficienti, sembra lontana la sua chiusura con conseguente messa in sicurezza. Inoltre rimane ancora praticamente irrisolto il problema delle fuoriuscite di percolato in falda nei giorni di forte pioggia, in quanto le "pezze" messe fino ad ora non sono bastate e la copertura (capping) tanto fomentato lascia perplessi sulla sua effettiva efficacia.

Molti dunque saranno gli argomenti che tratteremo nel prossimo incontro che sarà anche un modo per avvicinare i possibili interessati all'argomento, magari coinvolgendoli attivamente alle prossime attività che si intendono promuovere.

Appuntamento dunque per il prossimo lunedì 7 maggio 2012 a Riva del Garda, ore 20.30 in sede Arci/Anpi; per chi non conoscesse il luogo della sede, essa si trova al Rione di Riva del Garda, lungo la strada dietro al Cafè Sunrise che porta alla chiesa del Rione.

giovedì 29 marzo 2012

WWF: L'EMERGENZA RIFIUTI AFFRONTATA IN 5 MOSSE

Partendo dall’aumento dell’ecotassa, il WWF suggerisce la gestione razionale della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti per togliere l’Italia dallo stato di emergenza rifiuti

Si è ormai conclusa la riunione speciale che ha visto anche la partecipazione del ministro dell’Ambiente Clini concentrato sulla questione rifiuti nel Lazio. Sottoscacco per via di un piano di gestione inadeguato e di investimenti molto costosi in favore di discariche e inceneritori, la regione vanta una delle ecotasse più basse d’Europa che fa pervenire nelle casse dello Stato 42 milioni di euro l’anno.

E’ stato inoltre rivelato che circa l’85% dei rifiuti prodotti sul territorio viene conferito in discarica (2,8 mln di tonnellate/anno). I dati rilasciati durante l’incontro dal WWF rivelano un piano regionale che sembra non potersi esimere dall’investire il proprio budget in impianti di combustione e discariche, con risultati economici ed ambientali assolutamente inadeguati.

La mancanza di incentivi che favoriscano pratiche più ecologiche di gestione dei rifiuti sta facendo proliferare la scelta di progetti che non contemplano l’adeguato smaltimento dei rifiuti che finiscono quasi totalmente in discarica. Dall’associazione arriva quindi il suggerimento di aumentare l’ecotassa così da disincentivare lo smaltimento e l’incenerimento dei rifiuti, destinando il ricavo del prelievo fiscale alle attività di prevenzione e di riciclaggio.

Evitando che i soldi finiscano in progetti per inceneritori si potrebbe altresì incentivare il sistema di raccolta differenziata in modo da evitare l’aumento del volume delle discariche.

“A pochi mesi dalla approvazione del Piano Regionale sui Rifiuti, – dichiara Vanessa Ranieri presidente WWF Lazio – pubblicato lo scorso 14 marzo, insomma, si ha già la convinzione che lo stesso non solo non possa portare quei benefici legati alla corretta pianificazione, prevista dalla gerarchia dei rifiuti comunitaria, ma addirittura ad una sicura condanna da parte della Comunità Europea avendo lo stesso di fatto puntato sulla realizzazione degli impianti per la produzione di CDR e sulla combustione dello stesso. Si aprano immediatamente i siti di compostaggio senza i quali è impensabile prevedere l’avvio di una serie puntuale raccolta differenziata porta a porta.

Convertire gli attuali TMB (trattamento meccanico-biologico, una tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati) in siti di compostaggio potrebbe essere una scelta di facile realizzazione nel breve termine. A Roma, per esempio, abbiamo solo l’impianto di Maccarese che riceve il 35% dell’organico raccolto nella Capitale, destinando al Nord il rimanente, con enormi costi gestionali che erroneamente vengono imputati al sistema porta a porta”, conclude Ranieri.

Per migliorare la situazione il WWF ha quindi presentato 5 proposte per permettere al paese di uscire da un’emergenza:

  1. Attivare un programma di prevenzione con precisi obiettivi e relative scadenze.
  2. Raggiungere il 65% di raccolta differenziata utilizzando il sistema porta a porta.
  3. Sostenere l’attività di riciclaggio attraverso il finanziamento di impianti di compostaggio, ma soprattutto curarne l’effettiva loro realizzazione;
  4. Aumentare l’ecotassa, per disincentivare il trattamento termico e lo smaltimento.
  5. Vincolare l’ecotassa al sostegno delle attività di prevenzione e di riciclaggio.

Oltre alle buone pratiche da adottare l’associazione ha voluto ricordare i buoni esiti della raccolta “porta a porta”, effettuata in 6 quartieri di Napoli e premiata dal WWF che l’ha inserita tra le 9 buone pratiche nell’ambito del concorso “City Challenge – Reinventiamo le città”, lanciato in occasione di Earth Hour 2012 (31 marzo). Fonte: Rinnovabili

UE: FINISCE IN DISCARICA IL 40% DEI RIFIUTI URBANI

Va a Cipro la maglia nera per i RU prodotti procapite. Male anche Bulgaria e Romania che conferiscono in discarica rispettivamente il 100% e il 99% dei RU prodotti 

I rifiuti tornano al centro delle consultazioni europee. Pare infatti che nei 27 paesi dell’Unione le discariche accolgano ancora il 40% dei rifiuti urbani. I dati Eurostat, che si riferiscono al 2010, specificano una produzione media pro capite di 502 kg di RU, di cui 486 trattati secondo diverse modalità: il 38% è stato interrato, il 22% incenerito, il 25% riciclato e il 15% compostato. 

Ma i quantitativi di rifiuti prodotti varia a seconda del paese: si va da Cipro dove ogni abitante ha prodotto 706 kg di spazzatura alla Lituania, Romania, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Estonia e Lettonia dove sono stati registrati i livelli minimi di accumulo, pari a circa 400 kg a persona passando per i valori medi di Paesi Bassi, Malta, Austria, Germania, Spagna, Francia, Italia, il Regno Unito e Portogallo, con quote comprese tra i 500 e i 600 kg e il Lussemburgo, la Danimarca e l’Irlanda con un peso tra i 600 e i 700 kg. Infine Finlandia, Belgio, Svezia, Grecia, Slovenia, Ungheria e Bulgaria hanno registrato tra i 400 e i 500 kg ad abitante. 

Per la metà dei rifiuti prodotti da Svezia e Danimarca la soluzione finale è rappresentata dagli inceneritori utilizzati per il 38% dalla Germania, dal Belgio per il 37%, Lussemburgo 35% e Francia 34%

Finiscono invece in discarica il 100% dei rifiuti trattati dalla Bulgaria, il 99% della Romania, il 94% della Lituania e il 91% della Lettonia. Bene invece le percentuali di compostaggio registrate in Austria, dove viene trattato il 40% dei rifiuti prodotti. La percentuale scende per il Belgio (22%), Lussemburgo (20%), Danimarca (19%) e Spagna (18%). Fonte: Rinnovabili

mercoledì 14 marzo 2012

GESTIONE CORRETTA RIFIUTI: NASCE IL COORDINAMENTO "QUATTRO ERRE" ALTO GARDA E LEDRO

Foto di gruppo dei promotori del Coordinamento
Si è formalmente costituito ieri sera ad Arco il Coordinamento “QuattroErre” Alto Garda, gruppo apartitico e senza scopo di lucro con la finalità di promuovere una diversa e più corretta gestione dei rifiuti, che abbia come obiettivo generale la riduzione della produzione di rifiuti, incentivando il riuso, il riciclo e il recupero di materia. L’incontro è stato molto partecipato ed ha visto presenti cittadini, politici ed appassionati, tutte persone di età mista e molto sensibili al tema in questione. 


Il logo del neo
 nato Coordinamento
Il coordinamento è nato dal lavoro precedentemente svolto dall’Associazione culturale “La Busa Consapevole” che da ormai un paio d’anni si batte per promuovere una gestione più efficiente e responsabile dei rifiuti sul territorio, ma anche dal gruppo di lavoro sulla raccolta differenziata di Nago Torbole, che ha coadiuvato l’Amministrazione nell’organizzazione di alcuni incontri informativi. 

Il coordinamento non ha collocazione politica, è senza finalità di lucro e propone iniziative ed incontri finalizzati ad accrescere la cultura dei cittadini sul tema delle “quattro erre”, coinvolgendo l’associazionismo ed il volontariato locale in progetti ed attività di collaborazione condivise. Si propone inoltre come soggetto interlocutore delle amministrazioni locali e della Comunità di Valle, mettendosi a disposizione per fornire dati, informazioni e possibili contatti di relatori per conferenze ed incontri con la cittadinanza. 

Vista inoltre la situazione critica in cui versa la discarica della Maza, il gruppo intende affrontare il problema ambientale da essa provocato, promuovendo la chiusura del sito e successiva messa in sicurezza, al fine di garantire la salvaguardia delle falde e dell’ambiente. 

Altro punto fermo del neo coordinamento, in considerazione anche dei risultati emersi dagli studi comparativi effettuati fra un tipo di raccolta e l’altra, è quello di proporre ed introdurre un sistema di raccolta “porta a porta spinto” preciso ed efficiente in tutto il territorio. Questo permetterebbe di raggiungere risultati importanti in termini di percentuali di raccolta differenziata, riduzione dei rifiuti e risparmi economici, oltre a fare cultura sul tema e coscientizzare i cittadini ad un approccio ad esso più responsabile. 

Il costituendo coordinamento opera su tutto il territorio dell’Alto Garda e di norma si incontra ogni due lunedì, ruotando fra i paesi di Arco, Riva del Garda e Nago-Torbole; è aperto a tutte le persone che ritengono di poter dare il proprio apporto e contributo al raggiungimento degli obiettivi prefissati. 

E’ possibile seguire le attività del coordinamento sul blog www.gestionecorrettarifiuti.blogspot.com, ma anche iscriversi indirizzo ufficiale: coordinamento.quattroerre@gmail.com 

La prima uscita pubblica dove sarà possibile conoscere il neo coordinamento sarà proprio in occasione dell’evento Arco Eco Day, giornata dedicata alla valorizzazione dell’ambiente organizzata dal Comune di Arco domenica 25 marzo 2012. Un gazebo informativo presenterà gli obiettivi e le finalità del coordinamento e sarà anche uno sportello di supporto per chiarimenti e delucidazioni in merito ai principi di una gestione corretta e virtuosa degli scarti prodotti dagli esseri umani.



Ecco l'elenco dei promotori del Coordinamento "quattroErre":


Mattia Detoni, Valentina Civettini, Jacopo Costa, Roberto Cattoi, Alberto Martinelli, Riky Zampiccoli, Giovanni Vicentini, Gianni Morandi, Gianantonio Pfleger, Fabio Silvi, Roberto Calzà, Martina artioli, Letizia Tocchini, Luca Spagnolli, Tommaso Ulivieri, Sandra Giovanazzi, Lorenzo Boretto, Paolo Barbagli, Renza Bollettin, Roberto Vivaldelli, Teresa Pasolli, Francesca Corradini, Francesco Mazzoldi, Lucio Beltrami, Matteo Marega, Oscar Armanini, Roberta Angelini.


Per visualizzare il documento della costituzione del coordinamento clicca qui


Qui di seguito la rassegna stampa del giornale Trentino e de L'adige:



sabato 10 marzo 2012

I RIFIUTI STRADALI DIVENTANO RISORSA PER L'EDILIZIA

Riciclare, rigenerare e recuperare materiali di scarto. La sempre maggiore attenzione per l’ambiente, nonché il periodo di crisi che stimola a risparmiare e ad inventare nuovi business, ha permesso all’area industriale di Montemurlo (in provincia di Prato) di vedere sorgere un innovativo impianto di recupero dei rifiuti provenienti dalla pulizia delle strade. 

Nasce così Ecocentro Toscana, società operativa da gennaio 2012, che gestisce il nuovo impianto di gestione dei rifiuti realizzato da Gruppo Esposito di Bergamo. Si tratta di un impianto per il trattamento e il recupero dei rifiuti non pericolosi provenienti dallo spazzamento stradale. 

Da Bergamo a Prato dunque, per applicare tecnologia e innovazione al recupero dei rifiuti stradali, consentendo di gestire un quantitativo annuo di quasi 30.000 tonnellate di materiale di scarto,recuperandone circa il 60%. Grazie ad uno speciale processo infatti, i rifiuti raccolti dallo spazzamento delle strade vengono lavati e trattati fino ad ottenere materiali certificati CE come ghiaia, sabbia e ghiaietto. 

Molteplici sono i vantaggi ottenuti grazie l’impiego di questo nuovo impianto di recupero, a partire dalla tutela dell’ambiente e dall’economia. Raccogliere e riciclare del materiale di scarto significa infatti, ridurre sensibilmente la quantità di rifiuti che finiscono all’inceneritore o in discarica, diminuendone i costi di trasporto e di smaltimento. 

Inoltre, generare “materia prima seconda” per il settore edile, vuol dire risparmiare materia prima creando benefici economici legati al mercato dell’edilizia. Insomma, dal gennaio di quest’anno in Toscana è nata una nuova politica di gestione dei rifiuti e un nuovo business. Il tutto nel pieno rispetto dell’ambiente e delle normative che lo tutelano. 

RIFIUTI: QUANDO SI FARA' L'INTERESSE DEI CITTADINI?

La sentenza di condanna emessa dalla Corte dei diritti dell’Uomo di Strasburgo nei confronti dell’Italia per la pessima gestione della crisi dei rifiuti è simbolica (ovvero non produrrà pene di tipo pecuniario) ma estremamente significativa, in quanto afferma il diritto dei cittadini europei a vivere in un ambiente sano e impone contestualmente alle autorità statali una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti.

Mi chiedo se questa condanna, di fatto, non rappresenti indirettamente una sorta di pietra tombale giurisprudenziale su vent’anni di politiche italiane dei rifiuti basate sull’incenerimento degli stessi attraverso impianti (inquinanti e dannosi per la salute) costruiti con i contributi versati dai cittadini italiani tramite la scandalosa truffa dei Cip6 e sulle discariche. L’attuale sistema, oltre ad aver causato gravissimi danni alla salute e al benessere dei cittadini, ha favorito i gruppi di potere e ingrassato le tasche della criminalità organizzata. Il fenomeno dello smaltimento illegale di rifiuti tossici (principale attività delle ecomafie) è infatti ogni giorno più diffuso, soprattutto (ma non solo) in regioni difficili come Campania e Sicilia.

Non è esistita finora una concreta attenzione politica rispetto a forme avanzate di raccolta differenziata e rispetto all’incentivo delle pratiche di riuso e dello sviluppo delle tecniche di riciclo dei materiali. Totale è stato il disinteresse verso tutte quelle azioni di tipo preventivo che mirano a ridurre a monte la produzione di rifiuti. Quelle straordinarie realtà che esistono pure in Italia sono il frutto dell’impegno civico di cittadini, associazioni e di qualche amministrazione locale particolarmente illuminata.

L’alternativa, che prevede innanzitutto la cessazione dell’incenerimento e la strutturazione di un sistema di raccolta differenziata che ottimizzi la qualità del materiale da riciclare diminuendo la quantità dei rifiuti prodotti, si chiama “strategia rifiuti zero” ed è già stata adottata, con successo, in diversi paesi del mondo. La politica italiana su questo fondamentale tema è silente o ipocrita. 

Ci vogliono provvedimenti nazionali forti, finalizzati a incoraggiare e premiare i percorsi virtuosi di imprese e amministrazioni pubbliche e a disincentivare la sovrapproduzione di rifiuti (basti pensare agli imballaggi). Forse si dovrebbe smettere di pensare che la politica “forte” sia quella che militarizza cantieri, impianti e discariche. Una politica forte è quella che pone al centro del proprio interesse i cittadini (non le lobby, non le mafie, non i colletti bianchi corrotti e collusi). La Corte di Strasburgo, in fondo, ci dice anche questo.
Fonte: IlFatto


domenica 4 marzo 2012

RIFIUTI: A LASINO UN CORSO DI RIUSO CREATIVO

La Banca del Tempo Valle dei Laghi, ha iniziato i corsi del RIUSO creativo presso il Circolo Culturale di Lasino. I corsi sono tenuti dai soci della Banca del tempo e offerti gratuitamente ai tutti i soci del Circolo Culturale S. Pietro e della BdT. 

Si inizia mercoledì 7 marzo 2012 dalle ore 16.30 alle 18.30, con la proposta di Cristiana Pivari di realizzare una borsa, utilizzando un vecchio indumento. Prossimamente si terrà un corso sul riutilizzo del Tetra Pak, essendo si, un materiale riciclabile che però richiede il consumo di molta energia, risultando un ritorno poco vantaggioso per l'ambiente. Meglio trasformarlo in oggetti di uso quotidiano. Chiunque voglia partecipare al corso di mercoledì 7 marzo può farlo iscrivendosi con una minima quota di 5 euro alla Banca del Tempo Valle dei Laghi e portando con se un vecchio indumento, ago, filo e le forbici. Si ricorda che da mercoledì 7 marzo, il giorno del corso, riaprirà lo sportello della BdT per informazioni e iscrizione. Lo sportello è rimasto chiuso nei mesi invernali per un risparmio energetico. Una scelta della BdT per sostenere le buone pratiche.

BICICLETTE RICICLATE CON I RIFIUTI DI DISCARICHE E CASSONETTI

La bici è il mezzo ecologico per eccellenza, ma una bici riciclata, realizzata con i rifiuti recuperati dalla discarica e dalle strade, è ecofriendly al quadrato. Parliamo della Muzzi cycle, una bici in vendita su Internet, che prende il nome dal suo ideatore, l’artista Juan Muzzi.

Muzzi recupera dalle discariche e dai cassonetti bottiglie di plastica, rifiuti in nylon, polipropilene, abs, per costruire delle city bike, rigorosamente senza vernici. Anche il costo è sostenibile, dal momento che sono in vendita a 140 dollari. Tra i vantaggi di queste biciclette riciclate, c’è sicuramente il fatto che non arrugginiscono e non necessitano di paraurti. A Muzzi veniva dato del visionario inizialmente, ma ora la Muzzi Cycles è una fabbrica avviata in Brasile, grazie ai finanziamenti iniziali ricevuti dal Banco Uruguaiano.

Pensate che ogni anno riesce a riciclare oltre 15 milioni di bottiglie in Pet, 132.000 telai di bicicletta, con un risparmio di CO2 stimato in 2.738.227 kg. Trovate maggiori informazioni sul sito www.muzzicycles.com.br.
Fonte: EcoBlog

LONDRA, 4.6 MLN PER L’EFFICIENZA NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI

Un fondo a sostegno dei quartieri londinesi migliorerà la gestione e il riciclo dei rifiuti puntando alla costruzione di un nuovo centro di riciclaggio e di riutilizzo 

Il London Waste & Recycling Board (LWARB) ha presentato un programma di efficienza del valore di 4.6 milioni di sterline destinato alle autorità di Londra che si occupano di gestire il sistema dei rifiuti. 

Annunciando il programma durante una riunione del consiglio municipale tenutosi ieri, il LWARB ha giustificato lo stanziamento dei fondi come risposta alla crescente pressione sui quartieri di risparmiare ove possibile, indicando la gestione dei rifiuti come il terzo settore più impattante sulle finanze di ogni quartiere. Come parte del programma alle autorità dei rifiuti sarà offerto un sostegno per aiutare a realizzare risparmi di tempo e di costi nella gestione della filiera dei rifiuti. 

Suddiviso in sette workstreams il programma offre per il sostegno mediante contratti per il miglioramento dei sistemi di riciclaggio dei materiali e delle apparecchiature, per l’efficienza e lo sviluppo dei servizi di condivisione e per dotarsi di strumenti migliori. 

Inoltre un fondo 3 milioni di sterline per la costruzione di un centro di riciclaggio e riutilizzo (RRC) è stato istituito affichè possa prendere piede la partnership tra LWARB e WRAP, per assistere i quartieri nella realizzazione di servizi per la corretta gestione dei rifiuti. Ciò fornirà alle piccole imprese che operano all’interno dei quartieri la possibilità di utilizzare il RRC. 

Un ulteriore sostegno al programma verrà inoltre offerto dal Defra che attraverso parteriati locali promuoverà il miglioramento e l’efficienza dei sistemi di riciclaggio. A tal proposito il presidente del LWARB James Cleverly ha dichiarato che attraverso il fondo oltre a migliorare il sistema di gestione della raccolta e del riciclo dei rifiuti si metterà in atto una campagna informativa che renderà più consapevoli i cittadini, spingendoli a partecipare attivamente al miglioramento del sistema.

giovedì 2 febbraio 2012

NASCE IL DIZIONARIO DEI RIFIUTI PER FARE MEGLIO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Francesco Cucari, un giovane che vive a Rotondella, in provincia di Matera, ha realizzato un sito ed una applicazione per smartphone in grado di facilitare tutti i cittadini nel differenziare i rifiuti. Si tratta del Dizionario dei rifiuti, uno strumento semplice e utile.


Dopo il grande successo della versione mobile per smartphone Android (3000 download, un grande interesse da parte dei media nazionali con tantissimi articoli e interviste), il Dizionario dei Rifiuti sbarca sul web


Un vero e proprio motore di ricerca: il primo in Italia ad avere come tematica la raccolta differenziata. Uno strumento innovativo, legato alla pubblica utilità e indispensabile per i cittadini, che sono alle prese quotidianamente col problema di differenziare i rifiuti nei cassonetti di diverso colore. 

Dizionario dei Rifiuti è il primo strumento in Italia ad effettuare la geolocalizzazione degli utenti per effettuare una corretta raccolta differenziata, secondo le regole previste in ciascun comune. 

Infatti è possibile scegliere in avvio il proprio comune di riferimento, denominato Comune Differente, se questo avrà aderito gratuitamente all’iniziativa. 

Dizionario dei Rifiuti è uno strumento completamente gratuito per il Comune, poiché permette un utilizzo mirato della tecnologia, per comunicare la propria presenza sul territorio con un’attenzione costante finalizzata all’ ambiente ecosostenibile. Completamente gratuito anche per il cittadino, che non avrà più problemi con la differenziazione dei rifiuti. 

Per diventare Comune Differente è necessario contattare lo sviluppatore tramite l’apposito form nella sezione Geolocalizzati del sito. 

Tra i primi Comuni Differenti, registriamo Napoli, il Comune più criticato quando si parla di rifiuti. Ma il Comune, guidato dal nuovo sindaco De Magistris, ha scelto di avviare un piano di gestione dei rifiuti, che non prevede la costruzione degli inceneritori, puntando tutto sulla raccolta differenziata. 

Comune Differente è anche Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno. Questo piccolo grande comune (8.500 abitanti circa) che sorge sulle sponde dell’alto Piave si è laureato il Comune più riciclone d’ Italia per la seconda volta consecutiva, secondo il concorso organizzato da Legambiente, che premia le amministrazioni, che maggiormente si distinguono nella raccolta differenziata dei rifiuti. 

Infine, ma non ultimo, il Comune di Rotondella. Infatti come riferisce lo sviluppatore Francesco Cucari: l’idea del Dizionario dei Rifiuti è nata dalla piccola realtà rotondellese. Sembrava doveroso inserire Rotondella tra i Comuni Differenti. 

Cosa aspetti a provare il Dizionario dei Rifiuti?? Porta l’app sempre con te. E ora con la versione web potrai consultare il Dizionario dei Rifiuti sia dal pc che dal cellulare, con una qualsiasi connessione internet.

lunedì 30 gennaio 2012

CAPANNORI (LUCCA): CON LA TARIFFA PUNTUALE MENO RIFIUTI PRODUCI MENO PAGHI

Il comune di Capannori (Lucca), il primo in Italia ad aver aderito alla strategia “Rifiuti Zero”, dal 2 gennaio 2012 sperimenta la TIA “puntuale”, cioè la “Tariffa di Igiene Ambientale” inversamente proporzionale ai rifiuti non differenziabili (e, di conseguenza, non riciclabili o recuperabili) prodotti dai residenti. In pratica, i residenti che produrranno meno rifiuti, saranno premiati con uno sconto sulla “Tariffa di Igiene Ambientale”.

Come si legge in un recente comunicato stampa del comune di Capannori, dal 2012 la raccolta differenziata verrà ulteriormente incentivata grazie al principio secondo il quale “meno rifiuti non differenziabili produci, più è leggera la tua bolletta”. Il nuovo sistema di calcolo della TIA puntuale sarà applicato in forma sperimentale in 8 frazioni di Capannori, per un totale di 1.550 utenze domestiche e 335 utenze non domestiche (bar, negozi, imprese).

L’introduzione della TIA puntuale non cambierà le abitudini della cittadinanza, abituata da diversi anni ad effettuare la raccolta differenziata: l’unica differenza, infatti, è che ad ogni famiglia o negozio verranno consegnati sacchetti muniti di chip RFID, che sarà personalizzato e letto, al momento del ritiro, da un apposito strumento in dotazione agli operatori di ASCIT Servizi Ambientali SpA , che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti a livello locale.

Se gli utenti conferiranno i rifiuti non differenziabili una sola volta a settimana, anziché due, si vedranno applicare una riduzione sull’importo della bolletta. Oltre alla riduzione degli importi a carico di famiglie e imprese, obiettivi principali della TIA puntuale sono: incrementare la percentuale di differenziazione dei rifiuti nel comune di Capannori, e favorire l’alleggerimento dei costi e l’efficienza del servizio da parte di ASCIT SpA – azienda pubblica della quale sono soci 6 comuni della provincia di Lucca e di cui Capannori detiene il 49,3%.

“Si tratta di un ulteriore e importante passo avanti sulla strada dei “Rifiuti Zero entro il 2020” - ha dichiarato Alessio Ciacci, assessore all’ambiente del comune di Capannori - “L’inserimento della TIA puntuale avrà, infatti, risvolti molto positivi sulla diminuzione della quantità dei rifiuti prodotti dai nostri cittadini, oltre a garantire un sistema tariffario più equo, perché ogni famiglia pagherà secondo quanti rifiuti indifferenziati produce“. Fonte: BNotizie

giovedì 26 gennaio 2012

A SAN FRANCISCO 78% DI RACCOLTA DIFFERENZIATA SPINTA E RICICLAGGIO CON OBIETTIVO "RIFIUTI ZERO" ENTRO IL 2020

Jack Macy, coordinatore commerciale del progetto Zero Waste della città e della contea di San Francisco, prova a dare un messaggio positivo. Insieme a Paul Connett, ha cambiato il volto della città partendo proprio dalla gestione dei rifiuti e indicando come obiettivo a cui tendere l’azzeramento degli scarti non riciclabili. Jack Macy prova a spiegare la strategia Zero Waste, che ha tre effetti positivi: «Conservare le risorse,proteggere l’ambiente e noi stessi, creare posti di lavoro nel settore del riciclo».

 Diverse le azioni che portano ad azzerare gli scarti non riciclabili: «Per prima cosa, dobbiamo massimizzare la separazione dei rifiuti, preferibilmente con il Porta a porta. Poi dobbiamo riusare, riciclare, compostare. E infine, intervenire sulla consapevolezza dei cittadini, cercando di responsabilizzarli». 

L’obiettivo dei prossimi dieci anni a San Francisco è arrivare al 100% di raccolta differenziata, anche se, spiega Macy, «è difficile andare oltre il 90%. L’ostacolo principale per arrivare a Rifiuti Zero sono le aziende che producono prodotti o componenti non riciclabili».

Pubblichiamo due estratti della trasmissione "Presa Diretta", che ha affrontato il "problema" della gestione dei rifiuti in Italia e nella città di San Francisco. Nei due estratti è possibile osservare la gestione dei rifiuti in una grande città come San Francisco che ha aderito alla strategia Rifiuti Zero. 



sabato 14 gennaio 2012

I RIFIUTI SONO UNA RISORSA: PAROLA DELLA COMMISSIONE EUROPEA

La Commissione ha pubblicato oggi uno studio che dimostra come sia possibile ottenere enormi vantaggi economici e sociali da una gestione efficiente dei rifiuti.

Gestire in maniera illecita i rifiuti vanifica l’opportunità di una crescita economica. Ad affermarlo è la Commissione europea che, a fronte di uno studio pubblicato oggi, ha illustrato i vantaggi derivanti da una corretta attuazione della legislazione unionale: un risparmio annuale di 72 milioni di euro, un incremento di 42 milioni di euro nei fatturati di chi gestisce e ricicla i rifiuti e la creazione di oltre 400.000 posti di lavoro entro il 2020.
Del rifiuto ancora oggi se ne sa molto poco e spesso si preferisce interrarlo in discarica piuttosto che valorizzarlo. Nei vari Stati membri, poi, la non corretta gestione dei rifiuti impone conseguenze spesso costose e di sicuro poco amiche dell’ambiente. 

Se la legislazione vigente fosse attuata correttamente, – ha dichiarato il Commissario responsabile all’ambiente Janez Potočnik – potremmo evitare costose operazioni di pulizia, inquinamento e problemi di salute, senza dimenticare che i materiali riciclati costano meno delle materie prime vergini, oltre a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e la nostra dipendenza dalle importazioni”. 

Cosa fare dunque? Lo studio della Commissione arriva a 3 conclusioni: in primo luogo è necessario avere una conoscenza più approfondita dei rifiuti, disporre quindi di dati migliori e verificare sistematicamente la corretta applicazione della legislazione (operazioni rese più facili anche grazie al Data Centre on Waste, istituito recentemente dall’Eurostat); in secondo luogo, andrebbe migliorato il principio “chi inquina paga”, ricorrendo a strumenti economici che potrebbero costituire un fondo utile alla gestione dei rifiuti; infine, andrebbero incrementate le azioni di monitoraggio. Se si riutilizzano, riciclano e recuperano i rifiuti, puntando su alternative alla discarica e sviluppando mercati per i materiali secondari e riciclati, entro il 2020 i rifiuti arriveranno a essere gestiti come una risorsa, così come previsto nella tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse.

venerdì 13 gennaio 2012

RIFIUTI E SISTEMA DI RACCOLTA DA CAMBIARE: IL PORTA A PORTA E' PIU' EFFICACE E COSTA MENO

Da cittadino informato sui fatti, grazie alle attività proposte dall'Associazione "La Busa Consapevole", aderente al "Movimento per la decrescita felice" e mosso soltanto dal sentimento che nutro nei confronti del territorio in cui vivo, insieme al mio personale impegno per la sua tutela e salvaguardia, vorrei entrare nel merito della discussione in atto sui diversi sistemi di gestione dei rifiuti (o materiali), recentemente agli onori della cronaca.

Questo percorso, frutto della passione e dell’amore per la nostra "Busa", mi ha permesso di conoscere sistemi virutosi di gestione dei rifiuti, il cui obiettivo è quello di ridurre in primis i costi, sempre più pesanti sulle tasche dei cittadini, ma di diminuire anche la produzione stessa di rifiuti, incentivando la filiera del riciclo e del recupero di materia; non solo, ho avuto la fortuna di stringere la mano, confrontarmi ed apprendere da stimate persone di spessore, uomini e donne di valore che si stanno spendendo nei vari ruoli per raggiungere l’obiettivo "rifiuti zero".

Stiamo parlando di personaggi del calibro di Ezio Orzes, reduce di una trasferta in Comunità Europea a Bruxelles per esporre l'esperienza di Ponte nelle Alpi, Comune più riciclone d’Italia che ha adottato il sitema di raccolta porta a porta, ma anche di Carla Poli, Gianni Tamino, Paolo Contò, Laura Puppato, Natale Belosi, Marco Boschini e tanti altri, di cui vi invito a ricercare nel web la preparazione ed i ruoli di rilievo ricoperti.

I continui approfondimenti e la visita proprio al Comune di Ponte nelle Alpi (vedi iniziativa "Il bus virtuoso per Ponte nelle Alpi"), che ha permesso agli amministratori locali presenti di toccare con mano questa realtà, hanno aperto quello che definisco "il vaso di pandora" Trentino e della nostra Comunità dell’Alto Garda, contribuendo a formare in me uno spirito critico nei confronti del sistema di gestione dei rifiuti attuale. Con rammarico inoltre guardo a quella parte di politica che, alla luce di queste esperienze virtuose, non ha voluto comprenderne il significato, seguendo la propria strada col paraocchi e con logiche risalenti ad un modello ormai vecchio e superato.

Le tristi condizioni della discarica della Maza di Arco
Entrando nel merito, volevo innanzitutto fare il punto della situazione sui costi di gestione dei rifiuti, che negli ultimi anni hanno finito per gonfiare sempre più le tariffe dei cittadini della Busa: premesso che nella Tia (tariffa di igiene ambientale) a carico dei cittadini finiscono sia il costo di smaltimento del percolato della Maza, dovuto ad una gestione completamente fallimentare del sito e sempre più costosa vista la situazione, ma anche la pulizia delle strade, ricordo che la voce di costo che ha fatto aumentare le Tia negli ultimi anni è quella relativa allo smaltimento dei rifiuti in discarica e non quella riferita alla raccolta. Se riducessimo la produzione di rifiuti da smaltire, destinando maggiori materiali alla filiera del riciclo, si risparmierebbero soldoni che possono essere reinvestiti sul territorio sotto altra forma; inoltre meglio si dividono i materiali, maggiore è il contributo del Conai sugli imballaggi; la Comunità di valle e quindi i cittadini potrebbero quindi "essere pagati" in proporzione alla qualità e purezza dei materiali raccolti. Considerato inoltre che il costo di smaltimento incide per circa il 60% sulla tariffa, l’unico modo per ridurre le tariffe è differenziare e riciclare di più; ecco che allora il presupposto per arrivare a questo nobile obiettivo è quello di una raccolta più efficiente, un metodo di raccolta preciso, puntuale, che riesca a coinvolgere i cittadini.

I dati della regione Veneto parlano chiaro sui costi
La raccolta "porta a porta spinta" è il metodo migliore per raggiungere questi obiettivi.
Rapporto fra porta a porta, stradale e misto
Sia chiaro che questo non sono io a dirlo, bensì le statistiche: se Ponte nelle Alpi è una realtà piccola e di poco conto per essere presa in considerazione, basta considerare gli studi promossi da FederAmbiente ed EcoIstituto di Faenza, che confermano gli stessi dati in tutto il Veneto e la Lombardia: il sistema di raccolta porta a porta costa di meno in quanto riduce di molto il rifiuto secco destinato a smaltimento. Inoltre ha le più alte rese di raccolta differenziata e riciclaggio, detiene una migliore qualità e purezza del materiale raccolto, ma soprattutto è il metodo che sensibilizza i cittadini sulla responsabilità di prendersi cura dei propri scarti; fa quindi cultura sul riciclo, in quanto i cittadini cominciano a conoscere i vari materiali e premia i comportamenti virtuosi nel momento in cui sarà applicata la tariffa puntuale (a peso), in quanto il cittadino pagherà soltanto in riferimento al proprio rifiuto secco prodotto.


Anche la normativa UE in merito alla gestione dei rifiuti indica i criteri di priorità e la gerarchia delle azioni da intraprendere: per proteggere maggiormente l'ambiente, gli Stati membri devono adottare delle misure per il trattamento dei loro rifiuti conformemente alla seguente gerarchia, che si applica per ordine di priorità: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero ed infine smaltimento.

Inoltre in alcuni passi del "Terzo aggiornamento del Piano Provinciale dei Rifiuti" della Provincia Autonoma di Trento, si parla chiaramente di puntare sulla differenziata, il riutilizzo e il riciclaggio. Citiamo qui di seguito alcune frasi contenute nella presentazione del Piano, pubblicate sul sito della Provincia autonoma di Trento:

"…non più il cittadino visto come semplice utente che si disfa di qualsiasi cosa, ma bensì un cittadino che diventa protagonista responsabile del servizio, attivando concretamente il recupero della materia, dalla carta all’organico, dal vetro alla plastica, dalle lattine al legno…"
"…l’accento viene così posto sul recupero di materia, in ogni sua forma, piuttosto che sulla termovalorizzazione. Vengono premiati anche economicamente i comportamenti virtuosi dei cittadini e degli enti locali, e viene al tempo stesso penalizzato il rifiuto residuo…"
"…si punta sulla responsabilità dei soggetti coinvolti: dai cittadini ai Comuni, dalle Aziende di gestione alla Provincia. Premiati i comportamenti virtuosi e penalizzato il residuo…".

L'obiettivo dunque del 65% di raccolta differenziata, previsto prima ancora che dal piano Provinciale, dall’Unione Europea, è soltanto un punto di partenza per fare ogni giorno meglio e non un punto d’arrivo che possa dare adito a chi gestisce la cosa pubblica per poter dire "abbiamo centrato l’obiettivo".

La Comunità di Valle nel suo programma politico è descritta come segue:

"La Comunità non svuota i Comuni delle loro competenze ma si propone di gestire insieme i servizi per migliorarne la qualità. I Comuni conserveranno la propria autonomia gestionale, in un contesto che farà crescere, a livello di valle, uno spirito unitario e collaborativo e un maggior senso di responsabilità"

Ma i suoi referenti istituzionali, in riferimento alle richieste del Comune di Nago Torbole e Ledro di passare al sistema di raccolta porta a porta, rispondono così:

"Apprezziamo sinceramente la sensibilità che il Vs. Assessorato e la Vs. Aministrazione dimostra in termini ambientali e alle questioni inerenti alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, proponendosi alla Comunità con attenzione, correttezza e spirito di collaborazione…siamo però convinti che la riorganizzazione del servizio generale di raccolta rifiuti debba essere condotta dalla Comunità secondo il percorso di verifica e approfondimento sopra indicato e ragionato in termini sovracomunali".

Tale percorso di verifica e approfondimento prevede un pre-studio e uno studio per capire come dovrà essere organizzato il servizio in termini pratici; inoltre prevede l’istituzione del bando di affidamento del servizio e l’implementazione di studio e pre-studio alle 150 campane interrate da installare sul territorio. Si conclude con la frase "non sono dunque state recepite altre tipologie di raccolta rispetto alle attuali".

Ecco dunque che appare chiaro come questa chiusura da parte della Comunità abbia fatto risentire il Gruppo Rifiuti di Nago Torbole di cui faccio parte, che non si è mai opposto ad una gestione comunitaria dei rifiuti e che men che meno intende andare per la propria strada. Da più di un anno però sta cercando di introdurre nel bando la possibilità di partire con un progetto pilota di raccolta porta a porta spinto nei Comuni di Nago-Torbole e Ledro, vista la totale chiusura in merito per quanto rigurda l’introduzione di questo sistema di raccolta in tutta la Comunità.

Lungi da me entrare in ambiti di discussione politica, ma ritengo importante che i miei concittadini sappiano come sono andate le cose e conoscano il percorso fatto, frutto di parecchi mesi di lavoro non retribuito e mosso dalla sola passione di persone che, nella vita, fanno ben altro.

Come Associazione culturale, a fronte di tutta la documentazione raccolta e gli approfondimenti fatti, più volte abbiamo cercato di coinvolgere gli amministratori alle conferenze che abbiamo proposto sul territorio, affinché comprendessero l’importanza di prendere posizione e partire con un progetto che permetta di calare il sistema del porta a porta spinto su tutto il territorio, invece che investire denaro pubblico nelle campane interrate, spostando così il problema dal piano terra al piano interrato.

Non è mai stata presa in considerazione la possibilità di rivendita delle stesse campane a terzi, non è neppure mai stata quantificata la penale per l’eventuale rescissione del contratto, con possibile recupero del denaro dai risparmi che si avrebbero dalla riduzione della produzione dei rifiuti e quindi dal loro mancato smaltimento. Queste strade non sono mai state considerate, come neppure la possibilità di affidamento di uno studio per calare il porta a porta sul territorio, da noi proposto con il Consorzio Priula del Veneto, ente che gestisce le raccolte porta a porta nella quasi totalità della regione e che ha stilato lo studio per conto della Val di Fiemme anni fa; guarda caso oggi quest’ambito si trova ad essere di esempio in tutto il Trentino per quanto riguarda percentuali di raccolta differenziata e riciclo (intorno all’80%).

Alla luce di tutto questo, penso che sia ora di far valere le proprie idee e prendere le distanze da chi si sta approcciando al problema in modo per niente lungimirante. E' da oltre un anno che parliamo di raccolta rifiuti, ed è ormai assodato che il "porta a porta spinto" è un metodo già testato e diffuso in molte zone; le problematiche che ci sono state mosse in merito, come il turismo, la difficoltà di entrare nei centri storici o delle particolari caratteristiche morfologiche della Busa per cui risulterebbe difficile un sistema di raccolta domiciliare, ritengo siano soltanto dei pretesti per giustificare la politica del "non fare", aspettando quello che la Provincia ha da proporre per il nostro territorio. 


Sono stati spesi dei soldi per l'acquisto di campane interrate che non risolveranno il problema e ulteriori soldi pubblici per pre-studi e studi finalizzati a capire quale metodo di raccolta calare sul territorio (cosa ben diversa dal "come calare il porta a porta sul territorio"); per la mia personale esperienza, il risultato sarà più o meno questo: un sistema di raccolta misto (porta a porta su umido e secco, campane per il resto), decisione che aggraverà ulteriormente la situazione, poiché è semplicemente frutto di compromessi politici fra chi vuole il porta a porta e chi invece non lo vuole

Sono pertanto a chiedere alla politica di far valere le proprie idee e quel senso civico ed etico di cui si sente sempre più la necessità; non è più tempo del silenzio, ma soprattutto non ci sono più le condizioni per poter abdicare alla propria responsabilità nei confronti di un territorio che ritengo abbia subito fin troppo. 

La politica è un mestiere nobile che dovrebbe dare sostanza alle idee di crescita e sviluppo di una società, ed ogni persona che riveste questo ruolo è in piccola parte responsabile del proprio operato, ma soprattutto del proprio silenzio.

Ognuno si faccia un piccolo esame di coscienza, considerando che l’insieme delle scelte che si stanno compiendo oggi, saranno quelle che determineranno il futuro prossimo e saranno parte di quel malloppo che lasceremo in eredità alle generazioni che ci seguiranno.


Comunicato stampa scritto da Mattia Detoni a nome del Gruppo Rifiuti del Comune di Nago Torbole. Inoltre Mattia è Referente Associazione culturale “La Busa Consapevole” e del Movimento per la decrescita felice del Trentino

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