martedì 31 maggio 2011

LA RACCOLTA "PORTA A PORTA" COSTA DI PIU?!

Molte se ne sono sentite sui rifiuti e molti, quando si parla di raccolta "porta a porta" sono convinti che sia un sistema di raccolta insostenibile perché è più costoso. Con i dati che seguiranno elaborati in Veneto, dimostriamo che la raccolta "porta a porta" non costa di più, anzi, permette notevoli risparmi, oltre a ridurre di molto il rifiuto secco residuo destinato a smaltimento! 


Quando un politico o un concittadino dunque vi dirà che la raccolta domiciliare costa di più e non risolve i problemi, beh, non fatevi prendere in giro! Le campane interrate non faranno altro che spostare il problema dal piano terra all'interrato e la quantità e le modalità di conferimento dei rifiuti rimarrà pressoché lo stesso. Seguiranno a breve le foto dello stato di manutenzione disastroso delle isole ecologiche del nostro territorio!

lunedì 30 maggio 2011

PREMIO "AMICO DELLA TERRA 2011": LA BUSA CONSAPEVOLE RINGRAZIA

Con grande piacere e soddisfazione "LaBusaConsapevole/movimento per la decrescita felice" ha vinto il premio "AMICO DELLA TERRA 2011", un titolo che premia l'attività di sensibilizzazione e coinvolgimento della cittadinanza sul territorio della Comunità, su argomenti che riguardano la tutela dell'ambiente.

Da parte nostra, molte (e molto ricche) sono state le serate dedicate ai temi della decrescita, ai nuovi stili di vita e alla gestione virtuosa dei nostri rifiuti, oltre ad aver portato nuove conoscenze e spunti per approfondimenti ed obiettive valutazioni; questo premio non può che farci onore ed essere un incentivo per continuare a fare bene e a fare meglio! 

Un ringraziamento particolare va a tutto lo staff del nostro movimento, a tutti quelli che ci hanno appoggiato, a quelli che hanno contribuito alla realizzazione delle attività che abbiamo proposto sul territorio e che continuano a farlo, mossi dalla sensibilità nei confronti della propria terra. 

Grazie allo staff "Amici della Terra Alto Garda" per la fiducia e la stima dimostrata nel tempo, grazie agli altri quattro finalisti, anch'essi socialmente impegnati e motivati, grazie a quella parte politica che non ha chiuso le porte ad argomenti di difficile apprendimento e discussione e che è stata capace di ascoltare ad attingere da esperienze migliori. 

Insomma, grazie a tutti quelli che che si stanno prodigando per una Busa migliore!


Non è sempre facile trarre soddisfazioni da attività culturali ed ancora di meno in ambito ambientale; molto spesso si viene semplicemente isolati ed etichettati come "ambientalisti contro lo sviluppo e la crescita della società". La stessa filosofia della decrescita da noi proposta non mira di certo al ritorno alle candele o ai cavalli come qualcuno si ostina a dichiarare, bensì ad una graduale riduzione delle inefficienze e degli sprechi, finalizzati a ridurre l'impronta ecologica di un dato contesto sociale quale quello dell'Alto Garda. Qualcuno si è mai domandato quanto "pesa" l'Alto Garda in termini ambientali?!
Sono aspetti con i quali è doveroso relazionarsi al più presto se non si vuole essere inghiottiti da questa crisi irreversibile. Sempre più economisti hanno scelto la strada della "green economy" per uscirne, raggiungendo ottimi risultati in termini di sviluppo sostenibile, rispetto ambientale e nuova occupazione.
E' l'insostenibile realtà in cui viviamo che ci porta a dover ripensare un sistema di sviluppo ed una politica d'intervento che sappia riconoscere i limiti della crescita e dello sviluppo per aprire le porte all'innovazione, che tenga conto dei parametri di salute umana ed ambientaleIn particolar modo nella nostra amata Busa, luogo cementificato all'inverosimile, con grossi problemi di inquinamento causati da una mala gestione dei rifiuti e dove i legami con la natura e madre terra sembrano ormai un vecchio ricordo di qualche foto in bianco e nero.
La salvaguardia del nostro territorio è una priorità, a maggior ragione quando esso ci ha permesso di evolverci ed arricchici negli anni: dobbiamo tutto al lago, alle nostre montagne ed ai nostri prodotti autoctoni. Ed ora, a distanza di qualche decennio ci siamo già dimenticati tutto?
Possiamo far finta di niente, possiamo ignorare chi si sta battendo per tutto ciò o possiamo addirittura inventarci qualche pretesto per essere contro, ma quello non nessuno potrà mai mettere in discussione, sono le tante verità, a molti scomode, che sempre più persone facenti parte della società civile portano all'attenzione della comunità.
E questa alla fine non sono altro che la forza delle idee, la forza di chi ci crede, la forza di chi a cuore i propri figli e le prossime generazioni.






sabato 28 maggio 2011

INCENERITORE: I GIOVANI FARMACISTI TRENTINI FANNO PREVENZIONE

SALUTE E INCENERITORE: QUALE FUTURO?

TRENTO - L'Associazione dei Giovani Farmacisti e Chimici del Trentino Alto Adige (laureati, laureandi e professionisti con meno di 38 anni) aderente alla Federazione nazionale Fenagifar (da poco fa parte del consiglio nazionale come tesoriere il trentino dott. Davide Cappelletti) ritorna sul problema dell'inceneritore, sostenendo pubblicamente come l'impatto sanitario dell'incenerimento dei rifiuti sia negativo e rilevante

A tal fine mercoledì 1 giugno 2011 viene organizzato nell'aula magna del collegio arcivescovile il dibattito «Salute e inceneritore: quale futuro?» con la presenza, fra gli altri, di Giuseppe Miserotti, presidente dell'Ordine dei medici di Piacenza.

Per leggere il documento redatto dall'Associazione dei Giovani Farmacisti del Trentino-Alto Adige clicca qui: AGIFAR DOCUMENTO INCENERITORE

Qui di seguito invece pubblichiamo la locandina della serata:


venerdì 27 maggio 2011

PRIMO IMPIANTO DI TRATTAMENTO DEL VETRO RICICLATO AL SUD

Entrerà in funzione fra un anno. Il primo impianto di trattamento del vetro basato  sulla raccolta differenziata del Sud Italia,  verrà costruito a Frosinone entro la metà del 2012  e consentirà di trattare 200.000 tonnellate di  vetro all’anno: lo ha annunciato Lorenzo Lui,  presidente della sezione produttori di “Assovetro”.

La notizia costituisce una risposta incisiva alle numerose critiche sollevate intorno al riciclo del vetro nel Sud Italia; nonostante non si conoscano ancora i risultati ottenuti dalla raccolta del 2010, le ultime analisi registrano comunque rispetto al passato un aumento decisivo, che si attesterebbe intorno al 60%.

Se i dati relativi all’incremento quantitativo della raccolta del vetro al Sud risultano soddisfacenti, gli aspetti qualitativi dell’operazione presentano ancora ampi margini di migliorabilità: spesso – infatti – nei contenitori destinati alla raccolta vengono gettati anche rifiuti di natura diversa. Questo aspetto rappresenta un problema reale: l’eliminazione delle impurità costituisce infatti il nocciolo fondamentale del processo di trattamento del vetro riciclato. Nella prima fase del processo, vengono eliminate le scorie di maggiore entità, seguono poi lavaggio e trattamento con dispositivi magnetici per eliminare gli eventuali residui metallici; il prodotto ottenuto viene successivamente macinato, vagliato, sottoposto ad aspirazione e a un’ulteriore deferrizzazione. 

La scrupolosità del trattamento (da cui dipende la qualità del materiale finale e la sua fruibilità in campo alimentare) mostra chiaramente quanto sia importante la pulizia del vetro gettato nei raccoglitori; per migliorarne la qualità al Sud, verranno messe in atto alcune misure. “Noi stiamo cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica nelle scuole e nelle amministrazioni locali – ha riferito Lorenzo Lui – ad esempio pagando di più i rottami di maggiore qualità.”

giovedì 26 maggio 2011

LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEV'ESSERE FINALIZZATA AL RICICLO

Nel comune di Nago-Torbole prosegue la sensibilizzazione della cittadinanza riguardo la raccolta differenziata. La serata organizzata dall'Amministrazione Comunale è servita per comprendere meglio l'importanza di un conferimento dei rifiuti cosciente e responsabile da parte di cittadini e realtà economiche, che dovrà essere finalizzato al riciclo dei vari materiali piuttosto che sulla combustione (incenerimento), aspetto fondamentale per determinare da qui in avanti una politica dei rifiuti virtuosa, che mira alla riduzione, al riuso e al riciclo dei materiali (come prevede la normativa europea).

lunedì 23 maggio 2011

A "PONTE" ANATOMIA DELL'ULTIMO SACCHETTO

Ponte nelle Alpi nel 2010 ha superato il 90% di raccolta differenziata. In tre anni di “porta a porta” e di gestione efficiente, i cittadini del mio comune sono passati da una produzione di 385 Kg/anno/procapite agli attuali 30; è incredibile ma è andata davvero così!

Così ci è venuta la voglia di andare a vedere cosa è rimasto nell’ultimo sacchetto di “rifiuto urbano residuo” e l’ abbiamo fatto con l’aiuto dell’Osservatorio Suolo e Rifiuti di Arpa Veneto che ha eseguito le analisi merceologiche nel periodo ottobre 2008-aprile 2009.

Le analisi ci raccontano molte cose del cosiddetto “secco non riciclabile” ma soprattutto ci fanno capire che l’ultimo sacchetto è soprattutto uno degli indicatori dell’ insostenibilità del nostro sistema economico e produttivo. Dentro ci abbiamo trovato energia, materia e lavoro sprecati dall’inefficienza dell’uomo.

Forse per non ammettere questo fallimento, l’uomo ha storicamente avuto, nei confronti dei propri scarti, un atteggiamento di rimozione-occultamento. I rifiuti si buttavano fuori dalle grotte nel paleolitico, fuori delle città nel medioevo e si buttano sotto terra nelle discariche anche nei giorni nostri; qualcuno è addirittura disposto a raccontare, e altri a credere, che scompaiano dentro il buco nero degli inceneritori.

Eppure i rifiuti, queste cose di cui ci disfiamo, come ci ricorda Guido Viale “costituiscono un vero e proprio mondo complesso e simmetrico a quello delle merci”. L’acquisire voluttuoso e possessivo e il rimosso del buttare via, sono evidenti sintomi della schizofrenia e dell’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo.

Nelle pieghe dell’allontanare, del “rifiutare” è evidentemente nascosta la nostra falsa coscienza che si compiace della produzione senza limiti di merci e rimuove la sistematica spoliazione delle risorse del pianeta e la conseguente colpevole sottrazione di beni e diritti dei popoli.

Naturalmente nelle prossime puntate frugheremo anche tra i materiali che abbiamo trovato nell’ultimo sacchetto, analizzandoli e cercando di capire di cosa sono composti, se si possono riciclare, se davvero ci servivano, quanto tempo sono rimasti nelle nostre case, se ci possiamo ancora permettere di produrli e metterli in commercio oppure come possiamo sostituirli e perché sia giunto il momento di pensarci seriamente.

venerdì 20 maggio 2011

ANCHE A DRO SI SENTE IL "PESO" DEI RIFIUTI

Anche a Dro la pesantezza di un sistema di raccolta dei rifiuti inefficiente si fa sentire. Il malcontento non può che riguardare lo stato di manutenzione delle isole ecologiche ed i costi relativi alla raccolta. 


Essa infatti si articola in due voci principali che riguardano la "raccolta" e la successiva "gestione e smaltimento". . I dati confermano che l'aumento dei costi è dovuto in gran parte dalla gestione del rifiuto residuo (secco) e del suo smaltimento in discarica, che è aumentato notevolmente negli anni scorsi ed è destinato ad aumentare nei prossimi.  Per i Comuni (o Comunità) infatti, la voce di costo che non è controllabile è proprio quella legata ai costi di gestione e smaltimento del rifiuto secco, aspetto che li rende nel tempo "schiavi" da impianti di smaltimento; i prezzi di conferimento non sono controllabili (e molto spesso elevati). Lo stesso varrà per l'impianto di incenerimento che sorgerà a Trento: i Comuni e le Comunità saranno costrette a produrre rifiuti da conferire all'impianto per tutta la durata dell'impianto stimato in circa 20-30 anni.
Per mezzo invece di una raccolta efficiente con tariffazione puntuale, come del resto dimostrano i macro studi fatti,  si hanno elevate rese di raccolta differenziata e di riciclaggio; per ridurre i rifiuti e diminuire le tariffe dunque, la strada migliore è quello di una raccolta virtuosa come quella del porta a porta spinto, l'unico sistema che permette una raccolta di qualità (e per qualità si intende quella dei materiali divisi per tipologia da destinare alla filiera del riciclo). In tal caso il "peso" del rifiuto secco diminuirebbe di molto e con la tariffazione puntuale (misurata alla quantità del rifiuto conferito) i cittadini si vedrebbero conteggiare la tariffa in misura a quanto rifiuto conferiscono; il cittadino virtuoso verrebbe così premiato con una tariffa minore. 
Infine togliendo gradualmente tutte le campane stradali, che non fanno altro che incentivare il conferimento improprio e disincentivare l'impegno ad una raccolta differenziata efficiente e l'istituzione di alcuni eco-centri nella zona (o c.r.m.), il problema dei rifiuti si ridurrebbe notevolmente; questa sarebbe un'ottima opportunità da cogliere da parte di istituzioni, enti famiglie e scuole per ritornare a accrescere la cultura verso il riciclo e il riuso.
E ci stancheremo di ripetere questo messaggio soltanto quando le istituzioni si renderanno conto che questa non è follia, ma l'unica via d'uscita per riemergere da uno stato di assenza di politica dei rifiuti.

Per visualizzare il video di Natale Belosi che, dati alla mano, paragona raccolta porta porta e raccolta stradale clicca qui

lunedì 16 maggio 2011

EZIO ORZES A REPORT

Ezio Orzes a REPORT parla di rifiuti e raccolta differenziata porta a porta.


Dopo le conferenze in sua compagnia proposte a Nago-Torbole, Riva del Garda e Val di Ledro, l'Assessore all'ambiente del Comune più riciclone d'Italia approda in TV nella rubrica di Report "C'E' CHI DICE NO". Questa è una delle tante dimostrazioni di un'Italia che funziona, che esce dalle logiche degli affari e che ben si guarda dalle collusioni politico/imprenditoriali che fanno della nostra penisola il fanalino di coda dell'Unione Europea. C'è chi ancora lotta per un futuro migliore, per dare alla nostra comunità la dignità ed il rispetto che essa merita.


La Comunità di Valle dell'Alto Garda e Ledro è tempo e ora che predisponga il passaggio alla raccolta "porta a porta", invece di ostinarsi a parlare di "pre-studio" e "studio", snobbando chi da mesi si sta prodigando per fare il salto di qualità. Basta perdite di tempo e chiacchiere sterili, finiamola con le "ragazzate" politiche e gli incarichi di comodo: che ognuno si assuma le proprie responsabilità in base al ruolo che ricopre, è il tempo di scelte forti, lungimiranti....consapevoli!! Svegliaaaa....



mercoledì 4 maggio 2011

QUANDO RICICLARE FA TENDENZA

La gestione dei rifiuti è ormai considerata la spina nel fianco di numerose città, a causa di un’eccessiva crescita dei consumi e di un’urbanizzazione a dir poco sconsiderata. Associazioni e Autorità pubbliche stanno quindi cercando di porre rimedio a tale problematica facendo leva sulla responsabilità sociale di cittadini e produttori, nell’intento di intensificare la percentuale dei rifiuti recuperati, della raccolta differenziata e della prevenzione dei rifiuti, altrimenti detta prevenzione ecoefficiente, prevista all’interno della Direttiva Rifiuti 2008/98/CE, ancora in fase di recepimento nel nostro paese. Il riuso e il recupero dei materiali di scarto dovrebbe quindi entrare a far parte delle nostre abitudini quotidiane, per assicurare un mondo più pulito alle generazioni future. E se proprio il consumismo fosse una delle soluzioni al problema? Quello che può sembrare a prima vista un paradosso è in alcuni casi già realtà. Attualmente esistono diverse aziende che hanno fatto del reimpiego dei materiali di scarto il loro punto di forza. E non stiamo parlando del riuso della carta per produrre altra carta, ma di un genere di riciclaggio molto più creativo, che reimpiega i materiali destinati alla discarica per dar vita a nuovi accessori moda come scarpe, borse e capi d’abbigliamento. 

Perfettamente in linea con il principio della conservazione della massa, “Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”, oggi è possibile creare una nuova tendenza trasformando un prodotto apparentemente a fine ciclo di vita, realizzare una borsa dalle carte di caramelle e sacchetti di patatine o produrre delle scarpe da vecchie bottigliette d’acqua. Dal 2004 Ecoist, azienda a conduzione familiare con sede a Miami, in Florida, ha fatto del riciclo il proprio business. Ispirata dall’attività di artigiani messicani da 7 anni Ecoist collabora con marchi di multinazionali come Coca-Cola, Disney, Frito-Lay, Marte, Cliff Bar e Aveda, per riproporre tutti i loro rifiuti post-industriali sottoforma di borse in edizione limitata e altri accessori moda. Utilizzando i rifiuti come materie prime, le borse Ecoist sono al 100% realizzate con carte di caramelle, contenitori di prodotti alimentari, etichette di bevande, mappe della metropolitana, giornali e altri materiali di scarto. 

Anche in Italia esistono realtà imprenditoriali che hanno fatto del riciclaggio la propria filosofia di business. E’ il caso di Momaboma, anch’essa azienda designer di borse e accessori, che crea Stamps Bags a partire da riviste degli anni 40’, 50’ e 60’, senza disdegnare altri materiali come pelli derivate da vecchi complementi d’arredo, figurine e k-way, altrimenti destinati alla discarica. E se le borse sono un articolo prettamente di interesse femminile, anche gli uomini potranno a breve entrare nel mondo dello shopping sostenibile grazie alla commercializzazione di una sneaker al 100% biodegradabile, le OATShoes, nate dall’ingegno dei suoi creatori olandesi, sono realizzate con materiali riciclabili come canapa, mais, cotone, candeggina senza cloro e plastica biodegradabile, e si possono letteralmente piantare nel giardino di casa nostra e aspettare che dalla scarpa nasca un alberello, grazie alla presenza di semi nella linguetta. 

“Il futuro della moda dipende dalla riconciliazione tra natura e industria. Le OAT Shoes portano avanti questo impegno verso il futuro”. Ecco uno dei motti di Christiaan Maats e Dirk-Jan Oudshoorn, ideatori delle sneakers green. E per gli appassionati della moda è ampia la scelta per vestire sostenibile. In occasione della settimana della moda e delle arti, che si svolgerà a Toronto a partire dal 27 aprile prossimo, con l’Alternative Fashion Week la capitale canadese si trasformerà in un’ampia vetrina della moda ambientalmente responsabile. Tra i vari nomi presenti alla kermesse Kalì Clothing che dal 2006 crea abiti per uomini e donne con tessuti sostenibili come il cotone biologico, poliestere riciclato e tessuti d’epoca. Per il 2011 la nuova collezione di Kalì è stata realizzata utilizzando il Lyocell, una fibra del tutto naturale derivante dalla lavorazione della pasta di cellulosa dell’albero di eucalipto, mediante un processo a ciclo chiuso che utilizza un solvente atossico recuperato e riciclato per il 99%. 

Tra le marche di abbigliamento eco-sostenibili troviamo ancheEcozuzu, un marchio eco-hip californiano, che crea abiti per uomo e donna, e recentemente anche per bambini, utilizzando oltre al cotone organico anche materiali riciclati come contenitori per alimenti usa e getta, bottiglie per acqua e bibite, realizzati impiegando coloranti a basso impatto ambientale, in un contesto di filiera produttiva eticamente responsabile. Ridurre la nostra impronta biologica è quindi oggi possibile grazie a tutta una serie di azioni e abitudini quotidiane come il vestirsi, ma anche nei momenti di svago o di lavoro, a tal proposito la Valigeria Roncato propone una linea di valigie, borse e cartelle, al 100% riciclabili, realizzati con un ridotto utilizzo di materie prime, il minor dispendio energetico e una conseguente riduzione di rifiuti. Secondo dati forniti dal Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI), nel 2008 la quantità di rifiuti da imballaggio avviata a recupero ha superato gli 8 milioni di tonnellate, equivalente a circa il 68,5% dell’immesso al consumo. A dimostrazione che ridurre i rifiuti che produciamo rappresenta una strada percorribile per piccoli e grandi produttori, ma anche per cittadini e pubbliche amministrazioni. 

NEWS E COMUNICAZIONI