venerdì 25 febbraio 2011

COMUNICATO STAMPA DEL MOVIMENTO IN MERITO ALLA GESTIONE LOCALE DEI RIFIUTI

COMUNICATO STAMPA
LA BUSA CONSAPEVOLE/Movimento per la decrescita felice”

I sette Comuni della “Busa” e la Comunità di Valle dell'Alto Garda e Ledro stanno decidendo oggi quello che si compirà nel prossimo decennio in materia di gestione dei rifiuti. Sono in ballo cospicui investimenti di denaro pubblico, con un bando che prevede l’acquisto delle prime 150 campane interrate e l’appalto per il servizio di raccolta dei rifiuti sul nostro territorio.
A tal proposito, intendiamo ricordare che la prospettiva di riduzione della produzione dei rifiuti è una delle priorità dell’Unione Europea e che essa dipende in gran parte dall’aumento della raccolta differenziata, un mezzo che permette di migliorare la qualità dei prodotti raccolti finalizzati al riutilizzo e al riciclo dei vari materiali. Il metodo di raccolta dei rifiuti “porta a porta-domiciliare” gioca un ruolo fondamentale in quest’ottica, poichè è l’unico in grado di dare risultati efficienti, oltre ad avere un ritorno economico a vantaggio dei cittadini nel rispetto dell’ambiente naturale. La filiera del riciclo dei materiali è redditizia e garantisce un congruo impiego di personale. Inoltre, la raccolta domiciliare permette di ridurre al minimo il rifiuto secco residuo che, avviato a trattamento, verrebbe ridotto di un ulteriore 50-60%, grazie all’estrusione delle materie plastiche  in esso contenute. Il rifiuto effettivo da smaltire viene ulteriormente ridotto ad una quantità minima e non pericolosa. Il 3° aggiornamento del Piano Provinciale dei rifiuti, inoltre, segue la linea europea e parla chiaramente di differenziata, riciclo e riutilizzo dei materiali, oltre che dell’istituzione di premi destinati alle realtà che attuano comportamenti virtuosi finalizzati alla riduzione.

A gran voce, dunque, chiediamo che la politica locale e gli amministratori della “cosa pubblica” si assumano la responsabilità di agire secondo criteri che non dipendono dall’imposizione di scelte politiche, bensì dalla volontà di rinnovare, migliorare e salvaguardare l'ambiente e la salute dei cittadini, dando loro modo di avere un ruolo attivo nella tutela del territorio, e mettendo in campo le migliori soluzioni finalizzate ad una reale risoluzione del problema dei rifiuti.

MENO RIFIUTI MA IL RICICLO TIENE, BUONE NOTIZIE PER I CONSUMATORI ATTENTI

rifiuti riciclo

Lo studio 'L'Italia del riciclo' fotografa un 2009 in cui diminuiscono in termini assoluti le tonnellate di materiale riciclato
Un paio di settimane fa nel corso di un convegno a Palazzo Montecitorio è stato presentato lo studio annuale'L'Italia del riciclo', un rapporto stilato da Fise Unire- associazione che rappresenta le aziende del recupero rifiuti e che è legata a Confindustria - e dallaFondazione per lo Sviluppo Sostenibile.
Stando a quanto emerge dall'indagine, nel Bel Paese il settore del riciclo abbia risentito, come tutti i settori, della crisi ma che contemporaneamente sia stato in grado non solo di resistere ma anche di espandere sotto certi aspetti la propria importanza.
Nel rapporto si legge infatti: "Il settore del riciclo rifiuti risente della crisi registrando un calo in termini assoluti dei quantitativi gestiti, dovuto alla flessione della produzione e quindi anche della domanda di materie prime ricavate dai rifiuti, pur a fronte di un progressivo e continuo aumento dei tassi di riciclo in tutte le filiere anche per la contrazione dei consumi; aumentano le esportazioni di materiali riciclati, dirette soprattutto verso i Paesi in forte sviluppo economico (Cina su tutti) che offrono nuovi sbocchi al settore".
rifiuti bidone

Le tonnellate di materiali riciclati mancanti significano anche tonnellate di rifiuti in meno
'Il riciclo' ha quindi risentito della crisi in quanto in termini assoluti ha trattato meno materiale, la gente ha comprato di meno, le aziende hanno prodotto di meno e quindi è stato minore il materiale a disposizione da riciclare, ma nonostante questo non c'è da vedere solo nero.
Se, infatti, la diminuzione in termini assoluti è testimoniata dai dati del 2009 sui sei principali flussi di materiale riciclato - alluminio -27,9%, carta -10%, legno -4,4%, plastica -9,9%, vetro -3,2%, rottami ferrosi -34,4% - è anche vero che in tutti i settori, alluminio escluso, hanno visto aumentare in maniera considerevole le percentuali di riciclo rispetto alla materia immessa in commercio.
In alcuni casi come quello di carta e acciaio si è arrivati a percentuali di riciclo addirittura dell'80%.
Dice Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile: "Anche in un periodo di crisi economica un settore cruciale della green economy, come quello del riciclo dei rifiuti, non solo regge, ma riesce a fare passi in avanti significativi.
logo riciclo

In Italia esiste una vasta attività di riciclo dei rifiuti che, in non pochi settori, è fra le più avanzate d'Europa
Questo Rapporto sull'Italia del riciclo, ci fa vedere che non c'e' solo la crisi dei rifiuti di Napoli, ma che esiste ormai in questo Paese una vasta attività di riciclo dei rifiuti che, in non pochi settori, è fra le più avanzate d'Europa. Abbiamo intere Regioni dove le raccolte differenziate sono intorno al 50% e settori come quello degli imballaggi dove si ricicla il 64% dell'immesso al consumo".
Per concludere, si ricicla sempre di più, e anzi nonostante il rapporto parli in termini negativi della diminuzione delle tonnellate di materiale riciclato - dai 31mln di tonnellate del 2008 ai 24mln di tonnellate del 2009 - in realtà ci sarebbe da gioire anche di queste in quanto se ben interpretate queste tonnellate di materiali riciclati mancanti significano anche tonnellate di rifiuti in meno, un segnale che aspettavamo da tanto tempo.
Si tratta in questo senso di un'inversione di tendenza in parte dovuta alla crisi, ma in parte dovuta anche alla presa di coscienza degli italiani che in questi anni hanno capito l'importanza di una attenta raccolta differenziata, meglio se 'porta a porta', che si traduce sempre, come insegna l'esperienza, in una diminuzione generale della produzione di rifiuti e conseguentemente come abbiamo visto anche di riciclo assoluto. Negativo? No, assolutamente no.

giovedì 24 febbraio 2011

SEMPRE PIU' COMUNI SPOSANO LA FILOSOFIA "RIFIUTI ZERO"

Dopo i Comuni soci di Capannori (LU), Colorno (PR), Monte San Pietro (BO), Corchiano (VT), Aviano (PN), Seravezza (LU) e Giffoni Sei Casali (SA), dunque, anche Monsano aderisce alla Strategia internazionale 'Zero Waste', in linea con quanto proposto dalla Associazione nazionale dei Comuni Virtuosi (di cui il sindaco di Monsano è presidente). Impegnato concretamente sul tema dei rifiuti, Monsano interviene sui due livelli possibili e attuabili per un Ente locale. 

Da una parte, ha introdotto la raccolta differenziata attraverso il porta a porta spinto, con una percentuale ormai stabile del 65% ed un’ottima composizione merceologica della componente organica (solo l’1,1% di impurità a novembre 2010, la migliore in ambito provinciale). Dall’altra, il Comune virtuoso attiva progetti concreti per la riduzione a monte della produzione dei rifiuti. Tra questi, l’acqua del rubinetto per le mense scolastiche; detersivi e prodotti alla spina nei negozi; kit di pannolini lavabili forniti ai nuovi nati e ai bambini di età dai 0 a 2 anni; le borse per la spesa in tessuto riciclabile fornite ai cittadini, all’interno della campagna nazionale Porta la Sporta per l’eliminazione delle buste in plastica; le stoviglie in mais per le feste e sagre paesane; 'lavanoci', il frutto indiano da usarsi al posto dei detersivi, fornito ai cittadini; le altre iniziative in collaborazione con il ConsorzioCIR33, l’imminente apertura del Centro per il 'Ri-uso' dei beni durevoli e di imballaggi, che possano essere riammesi nel ciclo di utilizzo. Iniziative e progetti volti alla sensibilizzazione della cittadinanza verso consapevoli atteggiamenti ed etici stili di vita per la riduzione degli sprechi, nonché per l’uso e il ri-uso di materiali e beni riciclati che dovranno dirigersi verso una unica direzione: l’abbattimento a monte della produzione del rifiuto, nella sua accezione corretta e virtuosa di 'risorsa'.

paul connet
Il professor Paul Connet è il fautore della 'Zero Waste Strategy'
A tale scopo, è stato istituito l’Osservatorio comunale dei Rifiuti, con il compito di promuovere iniziative e progetti, e di monitorare in continuo il percorso verso il traguardo 'Rifiuti Zero', indicando criticità e soluzioni per renderlo verificabile, partecipato e costantemente in grado di aggiornarsi, anche alla luce della realtà e del quadro normativo locale e nazionale.
Presidente dell’Osservatorio è il Prof. Paul Connet, dell’Università St Lawrence dello stato di New York, il fautore della 'Zero Waste Strategy', il quale, oltre ad essere in contatto diretto con le molteplici realtà internazionali attivamente impegnate verso 'Rifiuti Zero', conosce da oltre un decennio l’evolversi della Gestione dei rifiuti sul territorio nazionale.

“La strategia 'Rifiuti Zero' - affermano il sindaco di Monsano Gianluca Fioretti e l’Ass. all’Ambiente Dante Danti - non rappresenta un’utopia, ma una forte e concreta assunzione di responsabilità, verso la riduzione della produzione del rifiuto e contro gli inceneritori. Un preciso impegno, progettuale e naturalmente politico, che coinvolgerà tutta l’Amministrazione comunale e la Comunità monsanese, nella certezza che anche attraverso una corretta gestione della 'risorsa-rifiuto' passa e si accresce la consapevolezza che il modello attuale di sviluppo non è più sostenibile né per i nostri territori né per le generazioni future”.

“L’obiettivo che da anni persegue la Provincia di Ancona - dichiara la Presidente Patrizia Casagrande - punta sulla piena sostenibilità ambientale e, quindi, sui rifiuti zero e il riciclo, per una progressiva riduzione dell’attività delle discariche. I successi raggiunti nel nostro territorio in questa direzione sono decretati dai premi che ogni anno riceviamo come 'Comuni ricicloni'. 

“Il traguardo che si pone il Comune di Monsano è pienamente condiviso dalla Provincia - dichiara l’Asessore provinciale all’Ambiente, Marcello Mariani - con azioni dirette ai cittadini: dal compostaggio domestico esteso all’intero territorio e che prevede la riduzione della TARSU ai cittadini partecipanti, agli Ecopannolini per i neonati, alla raccolta degli oli domestici integrale sino alle fontanelle pubbliche per l’acqua per la riduzione della plastica. Solo nel 2009 - conclude - la raccolta differenziata nella Provincia di Ancona ha consentito di evitare l’immissione in atmosfera di oltre 50 milioni di chili di CO2, equivalente a un bosco di 57 mila alberi. Vogliamo che questo bosco virtuale sia sempre più grande, e l’impegno del Comune di Monsano ci aiuta a realizzarlo”.

ITALIA: I RIFIUTI CI COSTANO PIU DI DI 21 MILA MILIONI DI EURO ALL'ANNO

La gestione dei rifiuti solo nel 2009 ha richiesto
21.514 milioni di euro, che corrispondono all'
1.4 per cento del Pil

I rifiuti ci costano troppo. Negli ultimi dodici anni è aumentata del 95 per cento la spesa pubblica per la gestione dei rifiuti a livello nazionale, con un'incidenza sul Pil che nell'arco di 12 anni è passata dall'1,1 per cento al 1,4 per cento. Non solo, ma la spesa per la gestione dei rifiuti costituisce anche lo sforzo economico più consistente per le casse pubbliche. Tra i costi di gestione statali destinati a salvaguardare il sistema naturale sia da fenomeni di inquinamento e di degrado, sia da fenomeni di esaurimento delle risorse naturali, infatti, è proprio la spesa per la gestione dei rifiuti a costituire la fetta più grossa.
È quanto emerge dal rapporto pubblicato dall'Istat (Istituto nazionale di statistica) che ha appena reso noti i dati relativi allaspesa pubblica italiana per la gestione dei rifiuti, delle acque reflue e delle risorse idriche dal 1997 al 2009.

Per quanto riguarda il 2009, la spesa complessiva per la gestione dei servizi sopra elencati ammonta in totale a 34.730 milioni di euro, con una incidenza del 2,3 per cento sul Prodotto interno lordo. Tra le voci in capitolo la più salata è la gestione dei rifiuti che solo nel 2009 ha richiesto 21.514 milioni di euro, equivalente all'1,4 per cento del Pil e corrispondente al ben 62 per cento della spesa complessiva di gestione dei servizi su elencati. Di questa spesa, il restante 27 per cento coincide con le spese di gestione delle risorse idriche e l'11 per cento con le spese di gestione delle acque reflue. Rispettivamente si tratta di 9.516 milioni di euro annui - corrispondenti allo 0,6 per cento di Pil - e di 3.700 milioni di euro annui, corrispondenti allo 0,2 per cento del Pil.

Dati, questi, che se confrontati con quelli di dodici anni prima -1997 - mostrano una crescita delle spese per tutti e tre i settori (aumentano infatti del 95 per cento le spese per rifiuti, del 52 per cento quelle per le risorse idriche e del 44 per cento quelle per le acque reflue). Ma mentre la spesa per la gestione delle risorse idriche e delle acque reflue mantiene stabile l'incidenza sul Pil, l'incidenza della spesa per la gestione dei rifiuti sul Prodotto interno lordo passa dall'1,1 per cento al 1,4 per cento.
Quanto ancora dovremo pagare - in denaro e salute - per non investire in un sistema efficiente di raccolta differenziata diffuso su tutto il territorio nazionale?

lunedì 21 febbraio 2011

TRENTINI RICICLONI - L'ADIGE

Qui di seguito pubblichiamo un articolo tratto dal quotidiano l'Adige che illustra la situazione dei rifiuti in un Trentino fortemente riciclone. Le propsettive di una crescita ulteriore ci sono e necessitano di essere considerate da parte di Amministrazioni sorde e poco elastiche ai cambiamenti e alle novità..

TRENTINI RICICLONI.pdf
(clicca sulla scritta qui sopra per visualizzare il file in formato PDF)


mercoledì 9 febbraio 2011

LA POLITICA DEI RIFIUTI ADOTTATA DALLA COMUNITÀ DI VALLE DELL'ALTO GARDA E LEDRO

La situazione sempre più critica in materia di rifiuti ha portato la Comunità di Valle dell'Alto Garda e Ledro a rivedere il bando che dovrà essere presentato in Provincia entro breve tempo, riguardante l'acquisto delle campane interrate e la successiva gestione del servizio di raccolta dei rifiuti sul nostro territorio

Le prime 150 campane interrate ci "toccherà" acquistarle e in questo periodo si opta per un bando della durata di un anno e mezzo  + uno, con la messa in cantiere di uno studio che possa essere calato e condiviso dai 7 comuni che rappresentano la Comunità di Valle.

Qui di seguito l'articolo che documenta la scelta:

In considerazione degli studi che sono stati effettuati dall'Ecoistituto di Faenza, è doveroso ricordare a cittadinanza e politica, come il sistema della raccolta porta a porta, rispetto a quello stradale e quello che , permette una riduzione della quantità di rifiuti prodotti, ha le più alte rese di raccolta differenziata e la migliore qualità dei materiali/rifiuti raccolti (aspetto importante ai fini del riciclo). Inoltre, il porta a porta ha minori costi di gestione se si portano a riciclo tutti i materiali differenziati, perché si riduce al minimo la quantità di rifiuto residuo.


Questa scelta inoltre permette di seguire la Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, che punta chiaramente sulla prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, piuttosto che sul recupero energetico

Alcune perplessità dunque nascono spontanee: constatato che la raccolta "porta a porta spinta" è il metodo economicamente più vantaggioso e lungimirante:

  • Perchè non si parla chiaramente di questa prospettiva, ma ci si limita ad un vago "studio per uniformare le raccolte dei 7 comuni"?
  • Perchè si parla della volontà di commissionare lo studio alla sola Università di Trento, quando risulta possibile attingere dalle ormai tante esperienze virtuose del resto d'Italia?! 
Non che la volontà sia quella di screditare l'Università, ma riteniamo utilissimo (come per altro già proposto al Presidente Salvador Valandro e a tutti gli Assessori all'Ambiente dei 7 Comuni) un confronto con Comuni e Comprensori virtuosi, che potrebbero contribuire con la propria esperienza vincente alla creazione di un modello di sviluppo da calare sulla nostra Comunità.

Speriamo che questo approccio nella gestione dei rifiuti sia affrontato in maniera sana, lungimirante e soprattutto libera da logiche politiche e di potere economico. E' evidente che, a fronte di un miglioramento in percentuale e di qualità della raccolta differenziata, maggiori saranno i prodotti avviati a riciclo e minore quindi il secco indifferenziato. Questo approccio virtuoso alla politica dei rifiuti, che sul medio-lungo periodo porterà una riduzione netta dei rifiuti, ostacola di gran lunga la logica dell'inceneritore, che invece necessita di quantità costanti di rifiuti in ingresso da dover bruciare (con quantità di scorie in uscita fra il 20-25% dei rifiuti in ingresso per l'intero ciclo di durata dell'impianto).

Ricordiamo infine che la nostra Comunità (ex Comprensorio), ha la più alta produzione di rifiuti pro capite a livello Provinciale e fa molto gola a chi vede i rifiuti come una possibile fonte di guadagno dalla combustione al mero fine del business energetico, piuttosto che sul riciclo e riutilizzo dei materiali. Due prospettive completamente diverse che decideranno oggi il futuro dei nostri prossimi 20 anniPensiamoci!!


giovedì 3 febbraio 2011

UNIONE EUROPEA: GUIDA ALLA DIRETTIVA 2008/98/CE PER IL TRATTAMENTO DEI RIFIUTI

Da Bruxelles arrivano gli indirizzi e le regole non più rinviabili, a partire dalla gerarchia degli scarti. La strategia adottata dall’Unione Europea (Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008) stabilisce un quadro giuridico per il trattamento dei rifiuti all'interno della Comunità. Esso mira a proteggere l’ambiente e la salute umana attraverso la prevenzione degli effetti nefasti della produzione e della gestione dei rifiuti.


Gli Stati membri devono adottare delle misure per il trattamento dei loro rifiuti conformemente alla seguente gerarchia, che si applica per ordine di priorità:

  • prevenzione;
  • preparazione per il riutilizzo;
  • riciclaggio;
  • recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
  • smaltimento;

Qui di seguito una breve introduzione alla nuova legge:

mercoledì 2 febbraio 2011

IL PORTA A PORTA NELL' ALTO GARDA E LEDRO

Il sistema della raccolta porta a porta rispetto a quella parziale o peggio, quella stradale (isole ecologiche, campane interrate o canguri) è quello che detiene le più alte rese di raccolta differenziata e di riciclaggio, ha una minor produzione di rifiuti (riducendo al minimo la quantità di secco indifferenziato), ha la miglior qualità dei prodotti raccolti ed i minori costi di gestione.

A fronte di tutto questo non dovremmo stare a discutere su quale tipo di raccolta attivare per risolvere il problema dei rifiuti, ma studiare insieme a professionisti il modo di calare quello del "porta a porta" su tutto il territorio della nostra Comunità, tenendo conto del fattore turistico e della morfologia del nostro territorio

Qui di seguito troverete un documento che ne espone dettagliatamente le motivazioni:


martedì 1 febbraio 2011

LA COMUNITÀ DELL'ALTO GARDA E QUEI TRE MILIONI DI EURO

Pubblichiamo un documento con cui si richiede la revisione del bando finalizzata all'acquisto di 300 campane interrate. E' stato dimostrato che la raccolta stradale non permette elevate percentuali di raccolta differenziata e di riciclo, con maggiori costi di smaltimento del rifiuto secco e maggiori impurità nel materiale differenziato.


Sarebbe responsabile effettuare delle valutazioni e degli studi prima di procedere a questa spesa, a maggior ragione perchè si tratta di denaro pubblico


Bando del comprensorio Alto Garda e Ledro per l'acquisto delle campane interrate:
BANDO CAMPANE INTERRATE C9.pdf

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