lunedì 30 gennaio 2012

CAPANNORI (LUCCA): CON LA TARIFFA PUNTUALE MENO RIFIUTI PRODUCI MENO PAGHI

Il comune di Capannori (Lucca), il primo in Italia ad aver aderito alla strategia “Rifiuti Zero”, dal 2 gennaio 2012 sperimenta la TIA “puntuale”, cioè la “Tariffa di Igiene Ambientale” inversamente proporzionale ai rifiuti non differenziabili (e, di conseguenza, non riciclabili o recuperabili) prodotti dai residenti. In pratica, i residenti che produrranno meno rifiuti, saranno premiati con uno sconto sulla “Tariffa di Igiene Ambientale”.

Come si legge in un recente comunicato stampa del comune di Capannori, dal 2012 la raccolta differenziata verrà ulteriormente incentivata grazie al principio secondo il quale “meno rifiuti non differenziabili produci, più è leggera la tua bolletta”. Il nuovo sistema di calcolo della TIA puntuale sarà applicato in forma sperimentale in 8 frazioni di Capannori, per un totale di 1.550 utenze domestiche e 335 utenze non domestiche (bar, negozi, imprese).

L’introduzione della TIA puntuale non cambierà le abitudini della cittadinanza, abituata da diversi anni ad effettuare la raccolta differenziata: l’unica differenza, infatti, è che ad ogni famiglia o negozio verranno consegnati sacchetti muniti di chip RFID, che sarà personalizzato e letto, al momento del ritiro, da un apposito strumento in dotazione agli operatori di ASCIT Servizi Ambientali SpA , che si occupa di raccolta e smaltimento dei rifiuti a livello locale.

Se gli utenti conferiranno i rifiuti non differenziabili una sola volta a settimana, anziché due, si vedranno applicare una riduzione sull’importo della bolletta. Oltre alla riduzione degli importi a carico di famiglie e imprese, obiettivi principali della TIA puntuale sono: incrementare la percentuale di differenziazione dei rifiuti nel comune di Capannori, e favorire l’alleggerimento dei costi e l’efficienza del servizio da parte di ASCIT SpA – azienda pubblica della quale sono soci 6 comuni della provincia di Lucca e di cui Capannori detiene il 49,3%.

“Si tratta di un ulteriore e importante passo avanti sulla strada dei “Rifiuti Zero entro il 2020” - ha dichiarato Alessio Ciacci, assessore all’ambiente del comune di Capannori - “L’inserimento della TIA puntuale avrà, infatti, risvolti molto positivi sulla diminuzione della quantità dei rifiuti prodotti dai nostri cittadini, oltre a garantire un sistema tariffario più equo, perché ogni famiglia pagherà secondo quanti rifiuti indifferenziati produce“. Fonte: BNotizie

giovedì 26 gennaio 2012

A SAN FRANCISCO 78% DI RACCOLTA DIFFERENZIATA SPINTA E RICICLAGGIO CON OBIETTIVO "RIFIUTI ZERO" ENTRO IL 2020

Jack Macy, coordinatore commerciale del progetto Zero Waste della città e della contea di San Francisco, prova a dare un messaggio positivo. Insieme a Paul Connett, ha cambiato il volto della città partendo proprio dalla gestione dei rifiuti e indicando come obiettivo a cui tendere l’azzeramento degli scarti non riciclabili. Jack Macy prova a spiegare la strategia Zero Waste, che ha tre effetti positivi: «Conservare le risorse,proteggere l’ambiente e noi stessi, creare posti di lavoro nel settore del riciclo».

 Diverse le azioni che portano ad azzerare gli scarti non riciclabili: «Per prima cosa, dobbiamo massimizzare la separazione dei rifiuti, preferibilmente con il Porta a porta. Poi dobbiamo riusare, riciclare, compostare. E infine, intervenire sulla consapevolezza dei cittadini, cercando di responsabilizzarli». 

L’obiettivo dei prossimi dieci anni a San Francisco è arrivare al 100% di raccolta differenziata, anche se, spiega Macy, «è difficile andare oltre il 90%. L’ostacolo principale per arrivare a Rifiuti Zero sono le aziende che producono prodotti o componenti non riciclabili».

Pubblichiamo due estratti della trasmissione "Presa Diretta", che ha affrontato il "problema" della gestione dei rifiuti in Italia e nella città di San Francisco. Nei due estratti è possibile osservare la gestione dei rifiuti in una grande città come San Francisco che ha aderito alla strategia Rifiuti Zero. 



sabato 14 gennaio 2012

I RIFIUTI SONO UNA RISORSA: PAROLA DELLA COMMISSIONE EUROPEA

La Commissione ha pubblicato oggi uno studio che dimostra come sia possibile ottenere enormi vantaggi economici e sociali da una gestione efficiente dei rifiuti.

Gestire in maniera illecita i rifiuti vanifica l’opportunità di una crescita economica. Ad affermarlo è la Commissione europea che, a fronte di uno studio pubblicato oggi, ha illustrato i vantaggi derivanti da una corretta attuazione della legislazione unionale: un risparmio annuale di 72 milioni di euro, un incremento di 42 milioni di euro nei fatturati di chi gestisce e ricicla i rifiuti e la creazione di oltre 400.000 posti di lavoro entro il 2020.
Del rifiuto ancora oggi se ne sa molto poco e spesso si preferisce interrarlo in discarica piuttosto che valorizzarlo. Nei vari Stati membri, poi, la non corretta gestione dei rifiuti impone conseguenze spesso costose e di sicuro poco amiche dell’ambiente. 

Se la legislazione vigente fosse attuata correttamente, – ha dichiarato il Commissario responsabile all’ambiente Janez Potočnik – potremmo evitare costose operazioni di pulizia, inquinamento e problemi di salute, senza dimenticare che i materiali riciclati costano meno delle materie prime vergini, oltre a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e la nostra dipendenza dalle importazioni”. 

Cosa fare dunque? Lo studio della Commissione arriva a 3 conclusioni: in primo luogo è necessario avere una conoscenza più approfondita dei rifiuti, disporre quindi di dati migliori e verificare sistematicamente la corretta applicazione della legislazione (operazioni rese più facili anche grazie al Data Centre on Waste, istituito recentemente dall’Eurostat); in secondo luogo, andrebbe migliorato il principio “chi inquina paga”, ricorrendo a strumenti economici che potrebbero costituire un fondo utile alla gestione dei rifiuti; infine, andrebbero incrementate le azioni di monitoraggio. Se si riutilizzano, riciclano e recuperano i rifiuti, puntando su alternative alla discarica e sviluppando mercati per i materiali secondari e riciclati, entro il 2020 i rifiuti arriveranno a essere gestiti come una risorsa, così come previsto nella tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse.

venerdì 13 gennaio 2012

RIFIUTI E SISTEMA DI RACCOLTA DA CAMBIARE: IL PORTA A PORTA E' PIU' EFFICACE E COSTA MENO

Da cittadino informato sui fatti, grazie alle attività proposte dall'Associazione "La Busa Consapevole", aderente al "Movimento per la decrescita felice" e mosso soltanto dal sentimento che nutro nei confronti del territorio in cui vivo, insieme al mio personale impegno per la sua tutela e salvaguardia, vorrei entrare nel merito della discussione in atto sui diversi sistemi di gestione dei rifiuti (o materiali), recentemente agli onori della cronaca.

Questo percorso, frutto della passione e dell’amore per la nostra "Busa", mi ha permesso di conoscere sistemi virutosi di gestione dei rifiuti, il cui obiettivo è quello di ridurre in primis i costi, sempre più pesanti sulle tasche dei cittadini, ma di diminuire anche la produzione stessa di rifiuti, incentivando la filiera del riciclo e del recupero di materia; non solo, ho avuto la fortuna di stringere la mano, confrontarmi ed apprendere da stimate persone di spessore, uomini e donne di valore che si stanno spendendo nei vari ruoli per raggiungere l’obiettivo "rifiuti zero".

Stiamo parlando di personaggi del calibro di Ezio Orzes, reduce di una trasferta in Comunità Europea a Bruxelles per esporre l'esperienza di Ponte nelle Alpi, Comune più riciclone d’Italia che ha adottato il sitema di raccolta porta a porta, ma anche di Carla Poli, Gianni Tamino, Paolo Contò, Laura Puppato, Natale Belosi, Marco Boschini e tanti altri, di cui vi invito a ricercare nel web la preparazione ed i ruoli di rilievo ricoperti.

I continui approfondimenti e la visita proprio al Comune di Ponte nelle Alpi (vedi iniziativa "Il bus virtuoso per Ponte nelle Alpi"), che ha permesso agli amministratori locali presenti di toccare con mano questa realtà, hanno aperto quello che definisco "il vaso di pandora" Trentino e della nostra Comunità dell’Alto Garda, contribuendo a formare in me uno spirito critico nei confronti del sistema di gestione dei rifiuti attuale. Con rammarico inoltre guardo a quella parte di politica che, alla luce di queste esperienze virtuose, non ha voluto comprenderne il significato, seguendo la propria strada col paraocchi e con logiche risalenti ad un modello ormai vecchio e superato.

Le tristi condizioni della discarica della Maza di Arco
Entrando nel merito, volevo innanzitutto fare il punto della situazione sui costi di gestione dei rifiuti, che negli ultimi anni hanno finito per gonfiare sempre più le tariffe dei cittadini della Busa: premesso che nella Tia (tariffa di igiene ambientale) a carico dei cittadini finiscono sia il costo di smaltimento del percolato della Maza, dovuto ad una gestione completamente fallimentare del sito e sempre più costosa vista la situazione, ma anche la pulizia delle strade, ricordo che la voce di costo che ha fatto aumentare le Tia negli ultimi anni è quella relativa allo smaltimento dei rifiuti in discarica e non quella riferita alla raccolta. Se riducessimo la produzione di rifiuti da smaltire, destinando maggiori materiali alla filiera del riciclo, si risparmierebbero soldoni che possono essere reinvestiti sul territorio sotto altra forma; inoltre meglio si dividono i materiali, maggiore è il contributo del Conai sugli imballaggi; la Comunità di valle e quindi i cittadini potrebbero quindi "essere pagati" in proporzione alla qualità e purezza dei materiali raccolti. Considerato inoltre che il costo di smaltimento incide per circa il 60% sulla tariffa, l’unico modo per ridurre le tariffe è differenziare e riciclare di più; ecco che allora il presupposto per arrivare a questo nobile obiettivo è quello di una raccolta più efficiente, un metodo di raccolta preciso, puntuale, che riesca a coinvolgere i cittadini.

I dati della regione Veneto parlano chiaro sui costi
La raccolta "porta a porta spinta" è il metodo migliore per raggiungere questi obiettivi.
Rapporto fra porta a porta, stradale e misto
Sia chiaro che questo non sono io a dirlo, bensì le statistiche: se Ponte nelle Alpi è una realtà piccola e di poco conto per essere presa in considerazione, basta considerare gli studi promossi da FederAmbiente ed EcoIstituto di Faenza, che confermano gli stessi dati in tutto il Veneto e la Lombardia: il sistema di raccolta porta a porta costa di meno in quanto riduce di molto il rifiuto secco destinato a smaltimento. Inoltre ha le più alte rese di raccolta differenziata e riciclaggio, detiene una migliore qualità e purezza del materiale raccolto, ma soprattutto è il metodo che sensibilizza i cittadini sulla responsabilità di prendersi cura dei propri scarti; fa quindi cultura sul riciclo, in quanto i cittadini cominciano a conoscere i vari materiali e premia i comportamenti virtuosi nel momento in cui sarà applicata la tariffa puntuale (a peso), in quanto il cittadino pagherà soltanto in riferimento al proprio rifiuto secco prodotto.


Anche la normativa UE in merito alla gestione dei rifiuti indica i criteri di priorità e la gerarchia delle azioni da intraprendere: per proteggere maggiormente l'ambiente, gli Stati membri devono adottare delle misure per il trattamento dei loro rifiuti conformemente alla seguente gerarchia, che si applica per ordine di priorità: prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero ed infine smaltimento.

Inoltre in alcuni passi del "Terzo aggiornamento del Piano Provinciale dei Rifiuti" della Provincia Autonoma di Trento, si parla chiaramente di puntare sulla differenziata, il riutilizzo e il riciclaggio. Citiamo qui di seguito alcune frasi contenute nella presentazione del Piano, pubblicate sul sito della Provincia autonoma di Trento:

"…non più il cittadino visto come semplice utente che si disfa di qualsiasi cosa, ma bensì un cittadino che diventa protagonista responsabile del servizio, attivando concretamente il recupero della materia, dalla carta all’organico, dal vetro alla plastica, dalle lattine al legno…"
"…l’accento viene così posto sul recupero di materia, in ogni sua forma, piuttosto che sulla termovalorizzazione. Vengono premiati anche economicamente i comportamenti virtuosi dei cittadini e degli enti locali, e viene al tempo stesso penalizzato il rifiuto residuo…"
"…si punta sulla responsabilità dei soggetti coinvolti: dai cittadini ai Comuni, dalle Aziende di gestione alla Provincia. Premiati i comportamenti virtuosi e penalizzato il residuo…".

L'obiettivo dunque del 65% di raccolta differenziata, previsto prima ancora che dal piano Provinciale, dall’Unione Europea, è soltanto un punto di partenza per fare ogni giorno meglio e non un punto d’arrivo che possa dare adito a chi gestisce la cosa pubblica per poter dire "abbiamo centrato l’obiettivo".

La Comunità di Valle nel suo programma politico è descritta come segue:

"La Comunità non svuota i Comuni delle loro competenze ma si propone di gestire insieme i servizi per migliorarne la qualità. I Comuni conserveranno la propria autonomia gestionale, in un contesto che farà crescere, a livello di valle, uno spirito unitario e collaborativo e un maggior senso di responsabilità"

Ma i suoi referenti istituzionali, in riferimento alle richieste del Comune di Nago Torbole e Ledro di passare al sistema di raccolta porta a porta, rispondono così:

"Apprezziamo sinceramente la sensibilità che il Vs. Assessorato e la Vs. Aministrazione dimostra in termini ambientali e alle questioni inerenti alla raccolta e smaltimento dei rifiuti, proponendosi alla Comunità con attenzione, correttezza e spirito di collaborazione…siamo però convinti che la riorganizzazione del servizio generale di raccolta rifiuti debba essere condotta dalla Comunità secondo il percorso di verifica e approfondimento sopra indicato e ragionato in termini sovracomunali".

Tale percorso di verifica e approfondimento prevede un pre-studio e uno studio per capire come dovrà essere organizzato il servizio in termini pratici; inoltre prevede l’istituzione del bando di affidamento del servizio e l’implementazione di studio e pre-studio alle 150 campane interrate da installare sul territorio. Si conclude con la frase "non sono dunque state recepite altre tipologie di raccolta rispetto alle attuali".

Ecco dunque che appare chiaro come questa chiusura da parte della Comunità abbia fatto risentire il Gruppo Rifiuti di Nago Torbole di cui faccio parte, che non si è mai opposto ad una gestione comunitaria dei rifiuti e che men che meno intende andare per la propria strada. Da più di un anno però sta cercando di introdurre nel bando la possibilità di partire con un progetto pilota di raccolta porta a porta spinto nei Comuni di Nago-Torbole e Ledro, vista la totale chiusura in merito per quanto rigurda l’introduzione di questo sistema di raccolta in tutta la Comunità.

Lungi da me entrare in ambiti di discussione politica, ma ritengo importante che i miei concittadini sappiano come sono andate le cose e conoscano il percorso fatto, frutto di parecchi mesi di lavoro non retribuito e mosso dalla sola passione di persone che, nella vita, fanno ben altro.

Come Associazione culturale, a fronte di tutta la documentazione raccolta e gli approfondimenti fatti, più volte abbiamo cercato di coinvolgere gli amministratori alle conferenze che abbiamo proposto sul territorio, affinché comprendessero l’importanza di prendere posizione e partire con un progetto che permetta di calare il sistema del porta a porta spinto su tutto il territorio, invece che investire denaro pubblico nelle campane interrate, spostando così il problema dal piano terra al piano interrato.

Non è mai stata presa in considerazione la possibilità di rivendita delle stesse campane a terzi, non è neppure mai stata quantificata la penale per l’eventuale rescissione del contratto, con possibile recupero del denaro dai risparmi che si avrebbero dalla riduzione della produzione dei rifiuti e quindi dal loro mancato smaltimento. Queste strade non sono mai state considerate, come neppure la possibilità di affidamento di uno studio per calare il porta a porta sul territorio, da noi proposto con il Consorzio Priula del Veneto, ente che gestisce le raccolte porta a porta nella quasi totalità della regione e che ha stilato lo studio per conto della Val di Fiemme anni fa; guarda caso oggi quest’ambito si trova ad essere di esempio in tutto il Trentino per quanto riguarda percentuali di raccolta differenziata e riciclo (intorno all’80%).

Alla luce di tutto questo, penso che sia ora di far valere le proprie idee e prendere le distanze da chi si sta approcciando al problema in modo per niente lungimirante. E' da oltre un anno che parliamo di raccolta rifiuti, ed è ormai assodato che il "porta a porta spinto" è un metodo già testato e diffuso in molte zone; le problematiche che ci sono state mosse in merito, come il turismo, la difficoltà di entrare nei centri storici o delle particolari caratteristiche morfologiche della Busa per cui risulterebbe difficile un sistema di raccolta domiciliare, ritengo siano soltanto dei pretesti per giustificare la politica del "non fare", aspettando quello che la Provincia ha da proporre per il nostro territorio. 


Sono stati spesi dei soldi per l'acquisto di campane interrate che non risolveranno il problema e ulteriori soldi pubblici per pre-studi e studi finalizzati a capire quale metodo di raccolta calare sul territorio (cosa ben diversa dal "come calare il porta a porta sul territorio"); per la mia personale esperienza, il risultato sarà più o meno questo: un sistema di raccolta misto (porta a porta su umido e secco, campane per il resto), decisione che aggraverà ulteriormente la situazione, poiché è semplicemente frutto di compromessi politici fra chi vuole il porta a porta e chi invece non lo vuole

Sono pertanto a chiedere alla politica di far valere le proprie idee e quel senso civico ed etico di cui si sente sempre più la necessità; non è più tempo del silenzio, ma soprattutto non ci sono più le condizioni per poter abdicare alla propria responsabilità nei confronti di un territorio che ritengo abbia subito fin troppo. 

La politica è un mestiere nobile che dovrebbe dare sostanza alle idee di crescita e sviluppo di una società, ed ogni persona che riveste questo ruolo è in piccola parte responsabile del proprio operato, ma soprattutto del proprio silenzio.

Ognuno si faccia un piccolo esame di coscienza, considerando che l’insieme delle scelte che si stanno compiendo oggi, saranno quelle che determineranno il futuro prossimo e saranno parte di quel malloppo che lasceremo in eredità alle generazioni che ci seguiranno.


Comunicato stampa scritto da Mattia Detoni a nome del Gruppo Rifiuti del Comune di Nago Torbole. Inoltre Mattia è Referente Associazione culturale “La Busa Consapevole” e del Movimento per la decrescita felice del Trentino

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